LA RICHIESTA DELLA FAMIGLIA DI GIULIA TRAMONTANO

Secondo quanto si apprende dal quotidiano Il Giorno, la famiglia della vittima, attraverso i suoi legali, avrebbe chiesto di accedere all’abitazione teatro del delitto per prendere alcuni oggetti di Giulia e il corredino del bimbo che portava in grembo. Giulia Tramontano è stata uccisa il 27 maggio dello scorso anno e per l’accusa, ad agire con premeditazione e crudeltà, sarebbe stato proprio il compagno e padre del figlio che sarebbe nato di lì a poche settimane. L’uomo rischia l’ergastolo e la difesa punterebbe a provare la sussistenza di un vizio di mente per evitargli il fine pena mai: gli elementi raccolti a suo carico, però, apparirebbero granitici.



L’investigatore sentito questa mattina in udienza, riporta Ansa, ha ripercorso le fasi salienti delle attività di repertazione condotte a margine dell’arresto di Impagnatiello, reo confesso del femminicidio, e ha sottolineato che una “fortissima luminescenza” sarebbe emersa sul pianale del baule della macchina del giovane. Lo stesso veicolo che il 31enne avrebbe usato per spostare il corpo, dopo aver tentato per due volte di bruciarlo a casa e in garage, e abbandonarlo in una intercapedine tra i box di un parcheggio di Senago. Il luminol avrebbe acceso quell’area della vettura per almeno 2 minuti, segno del contatto con il cadavere di Giulia Tramontano.



ALESSANDRO IMPAGNATIELLO INCASTRATO ANCHE DAL LUMINOL

Siamo arrivati, forse, ad uno snodo importante nella vicenda che riguarda la povera Giulia Tramontano: il prossimo 27 maggio 2024, infatti, a un anno esatto dall’omicidio della donna incinta, uccisa con 37 coltellate al settimo mese di gravidanza, Alessandro Impagnatiello darà la sua versione dei fatti davanti alla Corte d’Assise di Milano dove si celebra il processo a suo carico. Reo confesso del delitto della compagna 29enne assassinata brutalmente poche settimane prima della nascita del loro figlio Thiago, l’ex barman 31enne, sarà esaminato nella sua veste di imputato per l’atroce reato di cui è accusato: secondo la difesa, si sarebbe detto pronto a “collaborare” e a rispondere alle domande di giudici, pm e avvocati nel corso dell’imminente udienza.



Da quella che si è appena conclusa, invece, emergono elementi chiave per l’accusa: su tutti, la deposizione del comandante della Sezione investigazioni scientifiche dei Carabinieri di Milano che si è occupata dei rilievi nell’abitazione della coppia a Senago (Milano) dov’è avvenuto il delitto e nell’auto di Impagnatiello. Sentito come testimone in aula, ha riportato l’esito degli accertamenti con il luminol nella casa, tramite i quali gli inquirenti sono arrivati a una conclusione :Giulia Tramontano è stata uccisa nella sala dove l’aspersione della sostanza ha “illuminato” il pavimento “quasi a giorno”, rimasto “acceso” per diversi minuti anziché i canonici 30-40 secondi per via di una quantità tale di sangue che nemmeno l’accurata operazione di pulizia, condotta dall’imputato nel soggiorno dell’appartamento, sarebbe riuscita a cancellare.