Quarto Grado torna sul caso di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa con 37 coltellate insieme al bimbo che portava in grembo, Thiago, nella casa di Senago (Milano) dal compagno Alessandro Impagnatiello. Barman in un locale di lusso del capoluogo lombardo, 31 anni, è attualmente imputato dell’omicidio della giovane incinta al settimo mese di gravidanza e pochi giorni fa, esattamente un anno dopo il delitto, il 27 maggio scorso, ha parlato in aula rendendo la sua versione dei fatti in un interrogatorio dal quale sono emersi alcuni passaggi agghiaccianti.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Dire, il 31enne avrebbe dichiarato davanti alla Corte d’Assise milanese di aver ucciso Giulia Tramontano e di non sapere quanti colpi ha inferto, notizia che avrebbe appreso dalla tv. In un passaggio del suo racconto, avrebbe aggiunto un particolare sconvolgente rivelando di essere andato a pranzo dalla madre con il corpo della ragazza in auto, chiuso nel bagagliaio dove sarebbe rimasto per alcuni giorni prima di abbandonarlo nel luogo del ritrovamento, dietro un parcheggio cittadino.
La ricostruzione del delitto secondo Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello avrebbe poi raccontato come ha ucciso Giulia Tramontano al suo rientro dall’incontro con l’amante del compagno, il pomeriggio del 27 maggio 2023 nella loro abitazione di Senago dove poche settimane prima avevano tenuto il gender reveal con parenti e amici per l’imminente nascita del figlio. Il video di quei momenti di festa, secondo l’accusa, rappresenta una delle colonne portanti per descrivere la personalità senza scrupoli di Alessandro Impagnatiello: per gli inquirenti fingeva di essere felice, ma stava già avvelenando Giulia Tramontano da mesi con del veleno per topi. Oggi dice di essere cambiato, di non essere più quello che un anno fa ha sferrato 37 coltellate alla donna che portava in grembo il suo bimbo, e di non riconoscersi nell’efferatezza del delitto di cui risponde in tribunale.
In aula Impagnatiello ha descritto le fasi dell’omicidio secondo la sua versione: “Lei mi ignora, io mi muovo, vado verso la cucina, vedo che c’è questo coltello con cui stava tagliando delle verdure…“, ed è a quel punto che lo avrebbe preso per colpirla mentre la giovane era inchinata per prendere un cerotto dal cassetto di un mobile in soggiorno perché “si era tagliata“. L’imputato ha detto di essersi messo alle sue spalle e, appena Giulia Tramontano si è sollevata, le avrebbe sferrato diversi fendenti al collo.
Il pavimento della sala “illuminato a giorno” per la quantità di sangue presente
Il passaggio nel quale Impagnatiello descrive che l’azione omicidiaria si sarebbe consumata in soggiorno trova riscontro nelle risultanze dei rilievi condotti dal Ris all’interno dell’appartamento teatro del delitto. La scena del crimine, la sala dell’abitazione, sarebbe apparsa completamente “accesa” sotto l’effetto del luminol, il pavimento “illuminato a giorno” per l’elevata quantità di sangue presente nonostante l’attività di pulizia che l’imputato avrebbe messo in atto nel tentativo di cancellare ogni traccia.
Subito dopo aver ucciso Giulia Tramontano, Impagnatiello avrebbe cercato di distruggere il cadavere bruciandolo prima nella vasca da bagno e poi, in una seconda fase, nel garage. In aula si è detto “avvolto completamente da uno strato di insensata follia, di pazzia totale“, motivo per cui, a suo dire, avrebbe tentato “di far sparire letteralmente il corpo di Giulia Tramontano“. Per appiccare l’incendio avrebbe usato “materiali infiammabili per fare le pulizie“. La sua intenzione sarebbe stata quella di ridurre il corpo in “cenere”. “La domanda sul perchè l’ho fatto – questa una delle sue dichiarazioni a processo – non avrà mai una risposta“.