Le indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano procedono a ritmo serrato e si trovano ad un punto molto delicato e complesso. Una parte degli sforzi investigativi converge sull’analisi della scena del crimine, l’abitazione di Senago (Milano) in cui la 29enne, incinta al settimo mese di gravidanza, sarebbe stata uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello il 27 maggio scorso. Accertamenti irripetibili all’interno della casa della coppia e nel garage, luogo in cui l’indagato avrebbe tentato di disfarsi del cadavere dandogli fuoco una seconda volta (dopo averci provato nella vasca da bagno) con della benzina, permetteranno di ricalcare le fasi dell’azione omicidiaria e individuare eventuali tracce di terzi. Non è ancora escluso, infatti, che Alessandro Impagnatiello possa aver avuto un “aiuto” almeno nelle fasi successive al delitto, quelle dello spostamento e dell’occultamento del corpo di Giulia Tramontano.
In queste ore, non è difficile intercettare tra le cronache la notizia secondo cui Sabrina Paulis, madre del 30enne reo confesso e “portatore” di una versione dei fatti ancora tutta da vagliare – alla luce del tentativo di depistaggio e delle molte incongruenze che sarebbero emerse in sede di interrogatorio -, lo avrebbe accompagnato in alcuni esercizi commerciali vicini alla zona in cui il corpo della vittima sarebbe stato abbandonato per chiedere di poter accedere alle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Una attività che la donna e Impagnatiello avrebbero condotto nei giorni successivi alla morte della ragazza e di cui la stessa Sabrina Paulis aveva parlato ai microfoni de La vita in diretta in una drammatica intervista rilasciata a margine dell’arresto del giovane. La madre di Alessandro Impagnatiello esclude la presenza di complici e definisce il figlio “un mostro” che avrebbe mentito a tutti, anzitutto alla propria famiglia, facendo credere che Giulia Tramontano si fosse allontanata volontariamente salvo poi crollare sotto il pressing delle indagini e ammettere le sue responsabilità nella morte della fidanzata.
Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello ha agito da solo o con un complice?
L’inchiesta sull’omicidio di Giulia Tramontano procede a ritmo sostenuto, e poche ore fa i Carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche sono tornati nell’abitazione in cui la vittima viveva con il compagno, Alessandro Impagnatiello, e in cui si sarebbe consumato il delitto. È ancora presto per sapere a cosa porteranno i rilievi condotti tra le mura della casa della coppia in via Novella, a Senago, ma già si parla di numerose tracce biologiche evidenziate con il luminol e dell’ipotesi di un complice che potrebbe aver dato un contributo nelle fasi dell’occultamento del cadavere. Pochi giorni fa, intervistata da La vita in diretta, la madre del 30enne, Sabrina Paulis, ha dichiarato di essere stata raggirata dal figlio che l’avrebbe rassicurata sostenendo che Giulia fosse sparita volontariamente, allontanandosi per andare chissà dove, nonostante la gravidanza in stato avanzato, dopo aver manifestato la sua intenzione di porre fine al loro rapporto.
Ai microfoni della trasmissione, la donna ha raccontato di essere stata coinvolta dal figlio nelle ricerche della ragazza e respinge l’ipotesi di averlo “coperto” dopo l’omicidio. “Avrei denunciato subito, nessuno pensi questa cosa, anche se sono la madre di Alessandro non sarei mai complice di una cosa del genere, di una cosa così brutale. Morirei io, sarei andata direttamente dai carabinieri. Mio figlio ci ha coinvolto nelle ricerche di Giulia, siamo usciti a piedi, andavamo nei Tabacchi, sono stati gentilissimi a farci vedere i video, se si vedeva Giulia. Lui mi diceva sempre che era andata a comprare le sigarette e mi aveva detto ‘Andiamo a vedere se ci sono delle telecamere’. Oggi penso che Ale voleva vederle, dicendo la bugia delle sigarette, per depistare qualcosa. Abbiamo capito questo. Ci fai venire con te e cerchiamo Giulia nei video se sai che Giulia non c’era in quei video? Lui voleva depistare“. Al momento Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso. Il gip di Milano, nel provvedimento con cui ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, ha escluso le aggravanti di premeditazione crudeltà. Circostanze che, all’esito di successive indagini, potrebbero tornare nel ventaglio a carico dell’indagato.
Il messaggio di Alessandro Impagnatiello alla madre dopo l’omicidio di Giulia Tramontano
Secondo la madre di Alessandro Impagnatiello, le bugie che il 30enne avrebbe portato avanti per depistare e allontanare da sé ogni sospetto avrebbero avuto come destinatari anche i suoi familiari. La madre dell’indagato ha mostrato alle telecamere de La vita in diretta il messaggio che suo figlio le avrebbe inviato poche ore dopo il delitto tentando di smorzare la sua preoccupazione per la nuora. Sabrina Paulis sarebbe stata l’ultima a vedere viva Giulia Tramontano perché lei l’avrebbe accompagnata all’incontro con l’altra donna di Impagnatiello, prima di riportarla a casa il pomeriggio del 27 maggio scorso.
La madre del 30enne gli avrebbe chiesto conto del chiarimento con la compagna e avrebbe ricevuto una risposta rassicurante: “Al mattino gli ho scritto ‘Com’è andata?’, lui mi ha risposto ‘Tutto ok, vai tranquilla, ciao mammina, sto andando a lavoro io’“. Sabrina Paulis avrebbe espresso la sua preoccupazione al figlio perché sapeva che la coppia aveva litigato dopo l’incontro chiarificatore tra Giulia e l’altra donna, ma Alessandro Impagnatiello non si sarebbe discostato di un millimetro dalla sua messinscena: “Mammina siamo qui, non ti preoccupare“. Nel pomeriggio del 28 maggio, però, la suocera di Giulia Tramontano avrebbe incalzato il figlio tornando a interrogarlo sul perché la 29enne non rispondesse, incassando l’ennesima dose di menzogne con cui il giovane avrebbe ingannato anche lei.
Il racconto dell’addetto alle pulizie che sembra allontanare l’ipotesi di un complice
Poche ore fa, nuovi tasselli si sono aggiunti al mosaico della tragica storia di Giulia Tramontano. A partire dalle recenti dichiarazioni del compagno reo confesso che, dal carcere in cui si trova con l’accusa di averla uccisa insieme al bimbo che portava in grembo, avrebbe indicato agli inquirenti dove trovare l’arma del delitto. Si tratterebbe di un coltello da cucina che l’uomo, dopo aver commesso l’omicidio, avrebbe detto di aver lavato e riposizionato nella sua consueta sede, cioè in un ceppo sopra il frigo all’interno della loro abitazione. A stretto giro il ritrovamento di alcuni effetti personali della vittima, in particolare patente, bancomat e carta di credito, che Impagnatiello avrebbe fatto rinvenire svelando agli investigatori di averli gettati in un tombino nei pressi della stazione milanese della Comasina. Possibile che abbia fatto tutto da solo? Per quanto complessa e articolata, l’evoluzione degli eventi che riguardano la morte di Giulia Tramontano e il “dopo”, cioè le fasi dell’occultamento e del depistaggio, non è impossibile da ritenere gestita da una sola persona. Sembrerebbe andare in questa direzione l’emergere di uno scenario completamente “disorganizzato”, fatto di tracce disseminate ovunque e di “errori” che difficilmente, secondo le cronache, sarebbero possibili in presenza di un quadro di responsabilità condiviso con uno o più complici.
A escludere che qualcuno possa aver aiutato Impagnatiello nella fase dello spostamento del corpo è la testimonianza dell’addetto alle pulizie che avrebbe sentito rumori di “trascinamento” e visto della cenere sulle scale fino al garage (esito del tentativo di bruciare il corpo) mentre si trovava a lavorare nel condominio martedì 30 maggio. Il giorno prima della confessione e del ritrovamento del cadavere abbandonato in una intercapedine dietro alcuni box a poche centinaia di metri dalla casa della coppia. L’uomo ha dichiarato che in quel momento non sarebbe stato a conoscenza della scomparsa di Giulia Tramontano e per questo non avrebbe dato peso ad alcuni “indizi” che successivamente, appresa la notizia, avrebbe riletto sotto un’altra luce: “Ero qui nel momento in cui è stato spostato il corpo – queste le sue parole a La vita in diretta –, non ho visto Impagnatiello spostarlo, ma ho sentito il trascinamento. Erano le 9 meno un quarto, dalla cantina è stato spostato nell’auto. Nessuno lo ha aiutato a spostare il corpo. Poi sono andato via e sono tornato più tardi, alle 11:45, e ho incontrato nuovamente Impagnatiello che mi ha chiesto scopa e paletta per pulire il garage. Era tranquillo. Ha usato un profumo per coprire gli odori, era il mio, lo lascio nel locale pattumiere e ho visto che mancava, poi ho notato che ce l’aveva lui“. Lo scenario è ancora molto fluido e i risultati degli esami sulle tracce repertate nell’abitazione e nelle pertinenze in uso a Impagnatiello potranno risolvere una fetta importante di interrogativi.