Alessandro Impagnatiello inviò dei messaggi all’amante fingendo di essere Giulia Tramontano, la compagna che aveva appena ucciso assieme al bambino che portava in grembo. È quanto emerge dalle indagini, un aggiornamento riportato nel corso della trasmissione Storie Italiane in onda su Rai 1. Il programma riporta uno stralcio di una conversazione avvenuta dopo l’omicidio, tra Impagnatiello (che stava fingendo di essere Giulia) e la collega italo-inglese con cui aveva intrecciato una relazione parallela, all’insaputa di entrambe.
“Tutto ok?” scrive la ragazza. Impagnatiello, rispondendo a nome di Giulia, scrive: “sì, non sono stata pienamente sincera con te”. E alla richiesta di spiegazioni prosegue con altre frasi quali: “tante cose sono vere. Parlatene voi due e basta, lasciatemi perdere, voglio solo tornarmene a casa mia” e “io ti ringrazio, ma lasciami in pace ora, ho le mie faccende a cui dover badare… ciao”. Al che, la giovane barista collega di Impagnatiello scrive: “voglio sapere solo che stai bene. Possiamo vederci domani come abbiamo detto poi rispetterò la tua decisione”. Ma non è tutto. Da Storie Italiane si apprende che Alessandro Impagnatiello subito dopo aver ucciso la 29enne Giulia Tramontano, a partire dalla mezzanotte iniziò a inviare dei messaggi al suo numero, forse un tentativo di depistare le indagini: “dove sei?” le scrive, e poi “hey, io sono arrivato a lavoro, ora scendo a cambiarmi, faccio colazione e attacco! Riposati tu”. Altri messaggi come: “hey ma sei ancora a letto?”, “Mi chiami per favore?”, “Baby dove sei?” e “Ci stiamo preoccupando tutti!!!”. Messaggi senza risposta in quanto Giulia era già stata uccisa.
Alessandro Impagnatiello, gli sms a Giulia Tramontano e la discussione con l’amante: “non voleva…”
Storie Italiane, in onda su rai Uno, ha anche raggiunto un testimone che ha affermato di aver assistito di persona alla discussione tra Alessandro Impagnatiello e la sua collega italo-inglese, avvenuta la notte tra venerdì e sabato, cioè il giorno precedente all’omicidio di Giulia Tramontano. “Appena sono arrivato ho trovato la sua macchina parcheggiata, con la porta aperta, loro due erano davanti al portone e stavano parlando – racconta il testimone alle telecamere – Li ho salutati, la ragazza mi ha risposto, lui niente. La ragazza ha tenuto la porta aperta con i piedi, anche con le mani, non voleva lasciarlo entrare”.
In quei momenti “stava parlando sempre lui, le diceva ti voglio bene, ti amo, voglio solo te, calma, cerca di capirmi. La ragazza non ha detto niente, non voleva lasciarlo entrare, non rispondeva, non diceva niente – racconta il testimone – Non era tranquilla, era arrabbiata. Non voleva continuare a parlare con lui. Lui è rimasto quasi un’ora, continuava ad alzare la voce, io ho fermato il mio lavoro, avevo paura ci fossero problemi tra di loro. Dopo quindici minuti lui è andato via”.