La madre di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello al settimo mese di gravidanza, ha fatto una rivelazione al settimanale Giallo che sembra aggiungere un carico da novanta all’ipotesi della premeditazione nell’omicidio della giovane. La donna ha raccontato che Impagnatiello, nonostante la compagna avesse il pancione, l’avrebbe costretta a lunghe ed estenuanti uscite in bicicletta forse con l’obiettivo di farla affaticare al punto da abortire. Nel frattempo, si sarebbe preoccupato di raccogliere online informazioni su come uccidere un feto con il veleno per topi e come avvelenare una donna incinta. Attività sospette che non si sarebbero limitate alla sola ricerca: il 16 febbraio scorso, tre mesi prima del delitto, avrebbe concluso un ordine, del cloroformio, che gli sarebbe stato recapitato il 6 marzo seguente.
Impagnatiello, secondo la ricostruzione a suo carico, avrebbe tentato di avvelenare Giulia Tramontano e il bimbo che portava in grembo diverse volte prima di ucciderla, con decine di coltellate, nella loro casa di Senago, in provincia di Milano. Il 17 marzo scorso, fingendosi felice per l’arrivo di un figlio, avrebbe organizzato un party per rivelare il sesso del nascituro, un maschietto che avrebbero deciso di chiamare Thiago, e in quella occasione avrebbe annunciato alla compagna che sarebbero partiti per una settimana di vacanza a Ibiza. La stessa vacanza in cui, secondo quanto avrebbe detto la madre di Giulia Tramontano, la 29enne sarebbe stata costretta dal compagno a sforzi eccessivi tra passeggiate e uscite in bici.
Il padre di Giulia Tramontano: “Ha creduto nell’amore”
Giulia Tramontano sarebbe morta dopo l’ultima delle decine di coltellate inferte dal compagno, Alessandro Impagnatiello, nella casa in cui si preparava ad accogliere il suo bambino. Thiago sarebbe nato poche settimane più tardi e tutto era ormai pronto per la gioia più grande. Una felicità che, per l’accusa, Impagnatiello non avrebbe condiviso né sperimentato: il 30enne avrebbe percepito il piccolo come un ostacolo alla sua doppia vita.
Il padre di Giulia Tramontano, Franco, ha parlato pubblicamente, per la prima volta, poche ore fa in occasione della intitolazione alla figlia e al nipotino mai nato della stanza d’ascolto per le vittime di violenza inaugurata presso il Commissariato di Polizia di Castrovillari. “Giulia è morta perché voleva un bambino. Voleva crearsi una famiglia. Ha creduto nell’amore. Questo è quello che noi vogliamo dire di Giulia, non aggiungiamo altro“. Giulia Tramontano aveva soltanto 29 anni ed era al settimo mese di gravidanza quando, il 27 maggio scorso, Alessandro Impagnatiello l’avrebbe assassinata brutalmente tra le mura della loro abitazione.