Giuliana De Sio racconta Nanà e l’esordio a 18 anni
Giuliana De Sio è tra le attrici italiane più apprezzate nel panorama cinematrografico e teatrale, la sua carriera è densa di collaborazioni e progetti di spicco fin dagli esordi. L’artista è attualmente protagonista sul palco con La signora del martedì, nel ruolo di Alfonsina Malacrida, alias Nanà, personaggio raccontato in un’ampia intervista per il Corriere Della Sera. “Nanà è sfigatissima, ha risvolti bussi e allo stesso tempo drammatici: è una donna a suo modo autorevole, però ha bisogno di pagare per trovare l’amore con un poveraccio che, un po’ più giovane di lei, è stato colpito da un infarto e si è ridotto a vendere il proprio corpo“.
Giuliana De Sio contestualizza il ruolo da lei interpretato, immagine di una parentesi social tendente al degrado: “Una vicenda talmente alla deriva che questi incontri sessuali non sono solo il preludio di una tragedia, quella che emerge dall’arrivo dell’anziano giornalista: il loro dialogo si tramuta in una sorta di psicodramma”. L’attrice, ripercorrendo i tratti del personaggio interpretato, passa in rassegna il suo passato professionale, a partire dal suo inaspettato esordio: “Non ci pensavo proprio a fare l’attrice, in quegli anni ero in fuga da una situazione familiare complicata. Fu Alessandro Haber a convincermi: mi vedeva giusta per lo schermo.
Giuliana De Sio, dall’incontro con Giorgio Strehler agli errori del passato
Il racconto di Giuliana De Sio per il Corriere della Sera si impreziosisce con aneddoti professionali e non solo, come l’incontro con il grande Giorgio Strehler. “Giorgio mi volle a tutti i costi nel ruolo di una giovane prostituta tossicodipendente che vendeva il proprio figlio per compare la droga. Gli amici e i colleghi mi avevano sconsigliato di accettare dicendomi che il grande regista era un fustigatore degli attore. Con me invece fu affettuosissimo: all’epoca avevo i capelli rossi e forse facevo parte del suo bacino di utenza. A parte le battute, era carismatico: ti faceva sentire preziosa“.
Sul finire dell’intervista Giuliana De Sio ritorna sulle difficoltà nel contesto familiari e sulle recriminazioni rispetto ad alcune scelte professionali, a discapito della sfera privata. ” Mio padre andò via di casa e mia madre si consolava con l’acol, ma io mi sento una svizzera napoletana, sono una stakanovista, iper precisa. Recitare mi ha aiutato molto: entrare nelle vite dei personaggi è un modo per fuggire dalla propria vita, è un terapia“. Nonostante la cura del palcoscenico, l’attrice non nasconde il rimorso: “Se mi volto indietro vedo tutti gli sbagli commessi: avrei dovuto crearmi una stabilità affettiva, avere dei figli, e non rifugiarmi solo nel lavoro. Invece ho fatto l’attrice. In chiusura, Giuliana De Sio offre il suo personale ricordo del compianto Massimo Troisi: “Oggi avrebbe compiuto 70 anni anni? Io lo vedo sempre bello, magari con i capelli brizzolati e chissà quanto avrebbe affinato il suo umorismo, quanta strada avrebbe potuto fare…“