NON C’È CRISI DI GOVERNO SENZA “L’IPOTESI AMATO”
La crisi di Governo c’è, la crisi di Governo non c’è: nelle ore frenetiche dopo il voto di fiducia non votato (ma comunque passato lo stesso) al Senato dal M5s per il Decreto Aiuti, una certezza granitica si profila all’orizzonte, ovvero l’ipotesi Governo Amato. Il nome del Presidente della Corte Costituzionale, nonché ex Premier, torna – a 30 anni esatti dal famoso “prelievo forzoso” sul 6×1000 del suo Governo – come figura istituzionale spendibile per eventuale Governo tecnico “traghettatore” fino alle prossime Elezioni Politiche nel marzo 2023. Quando ancora la situazione è tutt’altro che risolta, ovvero dopo la salita al Colle del Premier Draghi senza però alcune dimissioni e con l’attesa per un comunicato del Quirinale che illustri la via politica dei prossimi giorni/mesi, emerge un dettaglio riportato da “La Repubblica” che vede protagonisti proprio Giuliano Amato, l’ex Premier Massimo D’Alema e i partiti di Lega e M5s.
«L’ex presidente del Consiglio avrebbe infatti sondato sia Giuseppe Conte che ambienti vicini al segretario leghista (se non direttamente Matteo Salvini) per verificare la praticabilità di un nuovo governo», si legge nel “leek” riportato da “Rep”. A guidare questo Governo “traghettatore” sarebbe per l’appunto il “Dottor Sottile” che nel frattempo ha quasi terminato il suo incarico presso la Consulta (scadrà ai primi di settembre): ovviamente ciò avverrebbe solo davanti a dimissioni irrevocabili del Premier Draghi o dopo una improbabile caduta in Aula nel caso di una verifica di maggioranza nei prossimi giorni. Draghi ha sostenuto fino ad oggi che un altro Governo senza i 5Stelle non ci sarà, ma dopo il non-voto oggi sul Dl Aiuti resta difficile immaginare che la maggioranza possa fare “spallucce” e accettare che davanti a provvedimenti che non piacciono e sui quali viene posta la fiducia, il comportamento sia quello di lasciare l’aula senza abbandonare il Governo.
D’ALEMA “SCOUT” PER GIULIANO AMATO: POI ARRIVA LA SMENTITA
D’Alema del resto non è la prima volta che si farebbe “scout” per Giuliano Amato, come avvenuto già ad inizio 2022 con la possibilità di candidarlo a Presidente della Repubblica post-Mattarella. Appresa però questa volta la notizia da “Repubblica” di una possibile “sondata” del suo nome in caso di fallimento dell’esperienza di Governo Draghi, il Presidente Amato in persona ha spiegato in una breve nota quando tale notizia sia «falsa e infondata».
Il n.1 della Corte Costituzionale ha poi anche aggiunto di essere al momento «totalmente fuori da queste vicende». Inserito da tempo come “riserva della Repubblica”, in tutte e tre le crisi di Governo avvenute in questa sclerotica Legislatura l’ipotesi Amato è emersa con più o meno forza a seconda delle situazioni e degli attori in campo. Al momento comunque la “crisi” ancora non v’è stata e il Premier Draghi non avrebbe affatto rassegnato le proprie dimissioni come invece poteva sembrare da quasi tutti i retroscena fino a questa mattina.