Lutto nel mondo del cinema. Il regista e attore Giuliano Montaldo è morto all’età di 93 anni, circondato dall’affetto della moglie Vera Pascarolo, della figlia Elisabetta e dei nipoti Inti e Jana Carboni nella sua casa a Roma. L’Italia perde l’eterno ragazzo del cinema, ultimo cineasta formatosi nel dopoguerra alla scuola del Neorealismo. Una carriera dedicata all’impegno civile, basti pensare alla trilogia composta da “Gott mit uns” (1970), “Sacco e Vanzetti” (1971) e “Giordano Bruno” (1973), rispettivamente sul potere militare, giudiziario e religioso.



Oltre ai film citati, Montaldo ha ottenuto grande successo di critica e pubblico con “Gli intoccabili” del 1969, “L’agnese va a morire” del 1976 e “Gli occhiali d’oro” del 1987, senza dimenticare il grande lavoro sul piccolo schermo, a partire dal kolossal in otto puntate “Marco Polo”. Decano dei registi nostrani, nel corso della sua carriera ha vinto numerosi premi: dal Globo al David di Donatello alla carriera. La famiglia ha fatto sapere che non si terranno cerimonie funebri pubbliche.



Addio a Giuliano Montaldo

Tanti i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Montaldo, uno dei primi è stato quello di Francesco Bruni, regista e sceneggiatore che aveva convinto Giuliano Montaldo a tornare attore nel film “Tutto quello che vuoi” del 2018: “Ho rimandato una visita a te troppo a lungo, pensando – forse intimamente sperando – che avrei potuto venire a trovarti a fine riprese. Sono stato stupido, sciatto, ingrato. Non me lo perdonerò mai, anche se so che, da signore qual eri, tu mi hai perdonato. Grazie di tutto, Giuliano”. Questo l’omaggio del direttore artistico della Mostra di Venezia Alberto Barbera: “Grandissimo regista, attore, il più grande raccontatore di barzellette, un vero signore. Uno dei protagonisti che hanno contribuito a fare immenso il cinema italiano nel Dopoguerra. Una generazione che sta andando progressivamente, lasciando un vuoto incolmabile. Ma questo non vuol dire che il cinema italiano sia morto, anzi spero che Venezia confermi che è vivo e vegeto, e che possiamo guardare al futuro auspicando altrettanti successi nel futuro che verrà”.

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