Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro, è intervenuto in qualità di ospite a “Domenica In”, trasmissione di Rai Uno condotta da Mara Venier e andata in onda oggi, domenica 23 maggio 2021. Il cantante ha parlato del suo nuovo libro, intitolato “Il tempo di un lento”, il cui titolo richiama ai balli di coppia romantici che tanto andava di moda pochi decenni fa. “Ho iniziato a scriverlo nel 2017, quando ho scritto per i Negramaro ‘Amore che torni'”, ha confessato l’artista, prima di rivedere la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2005, condotto da Massimo Giletti e Mara Venier.
Sangiorgi stava perdendo i pantaloni mentre si esibiva e zia Mara è arrivata sul palco a tirarglieli su: “Sono giunta di corsa perché si stava precipitando Malgioglio, allora ho pensato che fosse meglio intervenissi io”, ha commentato la presentatrice sorridendo. Sangiorgi ha poi interpretato “Mentre tutto scorre” suonando la chitarra dal vivo e intonando strofe e ritornello di uno dei più grandi successi di sempre del gruppo musicale italiano. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Giuliano Sangiorgi: “Ripresa di Lele dall’ictus? Miracolo”
È appena uscito Il tempo di un lento, il suo secondo libro, e Giuliano Sangiorgi è pronto a presentarlo a Mara Venier. A questo proposito, Sangiorgi sarà ospite della puntata di oggi di Domenica in, in cui parlerà approfonditamente non soltanto del libro – una sorta di romanzo di formazione –, ma anche e soprattutto della sua vita attuale. Nell’ultimo periodo, al pari del suo protagonista, anche Giuliano è stato costretto a crescere. Diversi episodi negativi hanno segnato la sua vita, tra cui quello dell’ictus che ha colpito il suo amico di sempre (nonché chitarrista della band) Lele Spedicato: “Ictus è una parola che credo taglierò dal vocabolario”, ha spiegato, “non voglio legarla a mio fratello Lele”. Ne parla così in un’intervista rilasciata a Sky Tg24 che andrà in onda domani alle 21 nel corso della rubrica Stories: “Lele è tornato più forte di prima e ha fatto un vero e proprio miracolo. L’unica cosa che mi viene da dire pensando a questa parola è il ‘grazie’ che poi ho detto a Lele, da parte mia, da parte di tutti noi. Gli ho detto una semplice cosa quando è tornato da questo viaggio incredibile, gli ho detto ‘grazie Lele per non avermi cambiato la vita’, perché mi ero ripromesso che non avrei più fatto musica se non fosse tornato come doveva tornare Lele, ed è tornato più grande di prima”.
L’intervista al frontman dei Negramaro Giuliano Sangiorgi
Se l’ictus avesse avuto un esito peggiore, i Negramaro si sarebbero sciolti e Giuliano Sangiorgi avrebbe smesso di cantare. Ma Lele, incredibilmente, non ha riportato lesioni né al fisico né al cervello. Spazio nell’intervista anche a un tema scottante come quello della politica, una realtà che Sangiorgi segue e su cui sembra avere le idee molto chiare: “Non credo si debbano fare monologhi politici, ma la parola politica è essere in contatto con gli altri, essere una civiltà. Si fa politica parlando, esprimendo delle idee, non vuol dire essere di un partito piuttosto che di un altro, ma essere insieme e condividere i pensieri con tutti”.
Giuliano Sangiorgi: “La canzone è la mia unica espressione politica”
Secondo Giuliano Sangiorgi, le stesse canzoni possono essere politiche, nella misura in cui il loro significato è condivisibile o comunque oggetto di dibattito. Lui si limita a esporre il suo pensiero in musica, senza sentirsi in dovere di intervenire con monologhi o in maniera più diretta, ad esempio sui social network: “Non mi piace esporre pensieri più prettamente politici attraverso qualcosa che non saprei gestire. Con i Negramaro abbiamo fatto l’album Contatto proprio raccontando nostri punti di vista estremi e facendolo nell’unico ‘post’ possibile per noi, che è la canzone. Un cantante è un uomo e fa politica semplicemente scrivendo canzoni, belle o brutte che siano. Fare politica per me è essere a disposizione degli altri con le emozioni, di ascoltare gli altri. E nel momento in cui decidi di pubblicare qualcosa, qualsiasi cosa rendi pubblico, lì stai già facendo politica”.