ANNULLATA LA CONDANNA PER IL DEPUTATO DELLA LEGA GIULIO CENTEMERO

Il processo è stato sbagliato per incompetenza territoriale e così calerà la prescrizione sulla condanna di Giulio Centemero, deputato della Lega, dopo una vicenda di presunto finanziamento illecito del lontano 2016. Un caso, quello dei presunti soldi dati da Esselunga all’Associazione “Più Voci” dell’allora tesoriere della Lega, che già al processo aveva sollevato più di un dubbio per le prove tutt’altro che “chiare” contro Centemero e che ora assume la parola “fine” nella maniera più burocratica possibile.



Secondo la Corte di Cassazione, i giudici che in Tribunale condannarono Giulio Centemero nel 2022, e pure in Appello nel 2023, «hanno sbagliato a fare il processo a Milano»: la condanna a 8 mesi per presunto finanziamento illecito al partito (in questo caso con lo schema “triangolato”, la stessa base dell’accusa a Genova contro l’ex Governatore Giovanni Toti) è dunque annullata, per «incompetenza territoriale», e trasmessa alla procura competente a Bergamo. Il fatto è che il tribunale orobico non avrà il tempo di ricominciare il processo in quanto il termine di prescrizione del reato si è già consumato 2 mesi fa (ad inizio giugno 2024, ndr), ribadisce la Cassazione secondo quanto riportato dal “Corriere della Sera”.



DI COSA ERA ACCUSATO E QUALE ERA LA SUA DIFESA: CADE PRESCRIZIONE SU CENTEMERO

La decisione della Suprema Corte di Cassazione (relatore Rosati) l’allora Lega Nord sarebbe stata l’escluivo destinatario finale dei 40mila euro stanziati dall’Esselunga del patron (oggi scomparso) Bernardo Caprotti verso l’associazione Più Voci, presieduta dall’allora tesoriere leghista Giulio Centemero. Secondo l’accusa, con quei soldi il deputato – che all’epoca era anche responsabile di Radio Padania – diminuì i debiti dell’emittente leghista (10mila euro) e i restanti 30mila per la concessionaria di pubblicità in dote alla Pontifda Fin srl. Come spiega però ancora la Cassazione, la sede per le condanne (Milano) non era appropriata in quanto il presunto illecito venne erogato sul conto di una banca di Seriate e perciò l’intero faldone avrebbe dovuto tenersi «nella giusta sede di competenza», ovvero in quel di Bergamo.



Dopo la sentenza giunta in primo grado nel marzo 2022, fu lo stesso Centemero ad intervenire chiarendo come l’intero carico accusatorio fosse illegittimo: «rimaniamo fermi sulle nostre posizioni. L’associazione ‘Più voci’ è stata amministrata nel pieno rispetto delle regole e siamo certi che nei successivi gradi di giudizio non si potrà che prenderne atto». Per gli avvocati difensori, Giovanni Conti e Roberto Zingari, al processo si doveva imporre l’assoluzione perché «il fatto non sussiste», in quanto «non è emerso in alcun modo che ci sia stato un accordo illecito per un finanziamento occulto alla Lega». Il tema insomma è molto semplice per la vicenda Centemero: il finanziamento di Esselunga venne dato a Radio Padania per «ragioni commerciali», in quanto la stessa radio «faceva pubblicità al marchio Esselunga, e non è andato un solo euro alla Lega». Un finanziamento pubblico, iscritto a bilancio e rendicontato dalla contabilità: con tutti i dirigenti di Esselunga che hanno confermato la “bontà” del finanziamento a Radio Padania, senza alcun illecito, per questo motivo – conclusero gli avvocati di Centemero – «L’operazione è stata corretta e portata avanti con la massima trasparenza, il movente ipotizzato dal pm oltre ad essere fantasioso è anche fuorviante».

Dopo il ricorso in Cassazione, i giudici non hanno solo accolto la questione dell’illegittimità territoriale, ma hanno anche nei fatti riconosciuto quanto sempre ribadito da Centemero e avvocati durante il breve processo: l’associazione “Più Voci” «non è mai stata articolazione del partito Lega Nord». Non solo, come spiega lo stesso Giulio Centemero in un tweet di precisazione rispetto all’articolo del “Corriere”, l’eccezione di incompetenza è nei fatti «preliminare ad altre» e quindi sul fatto contestato e su come sarebbe stato giudicato «non si può dire molto».