«L’Italia vuole una verità giudiziaria plausibile e che abbia dei riscontri oggettivi sulla morte di Giulio Regeni»: così il premier Giuseppe Conte ad Abdel Al Sisi, presidente egiziano incontrato a Pechino nel corso del forum per la Belt and Road Initiative. La lettera dei genitori del ricercatore morto in Egitto in circostanze ancora da chiarire ha fatto rumore, con il premier che ha preso parola per sottolineare il suo impegno: «C’è insoddisfazione perché non c’è ancora nessun concreto passo in avanti che ci lasci intravedere un accertamento dei fatti plausibile. Sono diversi anni che tentiamo diverse iniziative, il modo più efficace per un risultato è quello di spendere la mia influenza con il governo egiziano. Io parlo con Al Sisi e non con la magistratura». Il presidente del Consiglio ha evidenziato: «Continuerò su questa strada, non mi fermerò fino a quando non avrò una verità plausibile. Non verremo mai meno a questo impegno, arrivare a una verità giudiziaria che sia plausibile e che abbia risconti oggettivi e inoppugnabili». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“PRETENDO LA VERITA'”
Chiedono come sempre “verità per Giulio Regeni“, ma i genitori del ricercatore italiano rapito e ucciso in Egitto tra il gennaio e il febbraio del 2016 questa volta si rivolgono direttamente al premier Conte alla vigilia di un appuntamento importante per i rapporti diplomatici tra l’Italia e il paese nordafricano come l’incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, al margine dei lavori del GT7 Forum, in Cina. I genitori di Regeni in una lettera pubblicata su “La Repubblica” rivolgendosi a Conte si dicono “certi che si farà ulteriormente portavoce della richiesta di Verità e Giustizia sul rapimento, tortura e morte di nostro figlio, avvenute al Cairo tra il gennaio e febbraio 2016. Una tragedia inimmaginabile. Per tutti noi”. Paola e Claudio scrivono “Sono trascorsi ormai più di tre anni e assieme a tantissimi cittadini di tutto il mondo attendiamo di sapere i nomi di tutti i soggetti coinvolti e di vederli assicurati alla giustizia italiana. Le chiediamo di essere determinato ed incisivo con il Presidente egiziano, di andare oltre ai consueti proclami e promesse, di ricordargli che la procura romana ha già inserito cinque persone nel registro degli indagati, in base alle indagini effettuate superando gli enormi ostacoli posti da parte degli stessi egiziani; è giunto il momento di ricevere una risposta concreta, vera e definitiva”.
GIULIO REGENI, APPELLO DEI GENITORI A PREMIER CONTE
Ottenere verità e giustizia per Giulio Regeni è, secondo i genitori, importante non solo per la famiglia del dottorando italiano, ma per tutta la nazione:”Senza questa risposta la dignità del nostro paese e delle istituzioni che Lei rappresenta – scrivono rivolgendosi a Conte – risulterebbe irrimediabilmente mortificata. Giulio, che ricordiamo era un ricercatore, ha subito su di sé la violazione di tutti i diritti umani, anche del diritto di difesa. Lei si è proposto come avvocato difensore del popolo italiano, Le chiediamo, quindi, di non dimenticare l’aspetto etico oltre che quello giuridico, sotteso all’intangibilità dei diritti e alla loro difesa. Giulio, come cittadino ha diritto ad essere difeso e a trovare giustizia, come non è stato difeso e non ha avuto giustizia da vivo. Riteniamo necessario che l’inviolabilità dei diritti umani sia un messaggio centrale, fondamentale per la nostra nazione, nel rispetto dei principi democratici, per garantire un futuro migliore e per rispettare e meritare la fiducia dei nostri giovani”. La mamma e il papà di Claudio Regeni concludono:”Presidente Conte, si ricordi di Giulio mentre stringerà la mano del Generale Al Sisi e pretenda, senza ulteriori dilazioni o distrazioni di sorta, la verità sulla sua uccisione. Sia, come ha promesso, il suo avvocato, lo sia di tutti i cittadini italiani che confidano nel rispetto dei diritti umani e nella loro intangibilità”.