Emergono nuovi dettagli inquietanti e misteriosi sulla morte del ricercatore Giulio Regeni, sequestrato e torturato – si suppone, con un processo che è in corso proprio in questi mesi – dagli agenti dei servizi segreti dell’Egitto, dove da diverso tempo il ragazzo stava conducendo una ricerca sui sindacati egiziani. Un caso pieno di misteri e dubbi, soprattutto alla luce di una nuova scoperta fatta da Report dal giornalista Daniela Autieri che ha scoperto che nella stanza in cui viveva Giulio Regeni in Egitto erano presenti anche quattro fogli di appunti che sono stati tenuti segreti fino a questo momento e finiti tra i documenti dell’inchiesta giudiziaria.



È proprio Report ad anticipare il contenuto di quelle poche righe che sono una serie di parole tradotte dall’italiano all’arabo: si va da ‘tortura‘, fino a ‘morte‘, passando per ‘colpire’, ‘eliminazione’, ‘spia‘, ma anche ‘stress’, ‘sguardi’ e tutta un’altra serie di termini quasi illeggibili ma che alla luce di quanto accaduto a Giulio Regeni assumono un’aura misteriosa, una sorta di presagio contenuto in pochi appunti sull’epilogo che conosciamo tutti.



Il mistero degli appunti di Giulio Regeni e la posizione dell’allora premier Renzi

Non si sa chi abbia scritto quegli appunti, se il ricercatore o qualcuno tra i suoi amici e colleghi, ma neppure quando e, soprattutto, il perché; ma una cosa è certa e la precisa proprio a Report la legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini: “Sicuramente in italiano non è la grafia di Giulio e quindi non ci spieghiamo come siano finiti lì”. Insomma, un mistero nel già intricato caso della morte del 28enne che probabilmente – ma quasi certamente no – solamente il processo potrà sciogliere, dando una spiegazione a quegli ultimi appunti di Giulio Regeni.



Report, inoltre, tra gli atti del processo ne ha scoperto un altro singolare, che getterebbe sotto una luce diversa Matteo Renzi, che era in carica come premier durante la scomparsa del ricercatore. Più volte pubblicamente l’ex premier si è detto dispiaciuto di aver saputo solamente il 31 gennaio della comparsa di Giulio Regeni, ma in realtà l’ex ambasciatore Massari lanciò l’allarme già il 28 gennaio, con una circolare ‘urgente’ indirizzata anche alla presidenza del Consiglio: Renzi sapeva già dal 28 gennaio? Oppure, ed è più probabile, qualcuno gliel’ha tenuto nascosto per due giorni?