In un mondo globalizzato, essenzialmente interconnesso, «le sanzioni non sono più possibili»: categorico Giulio Sapelli ai microfoni de Il Dubbio. Il celebre economista si è soffermato sulla guerra Ucraina-Russia, sottolineando che l’unica sanzione con effetti disgregativi per Putin sarebbe un intervento mirato sull’energia, ma questo non può essere fatto…
«La globalizzazione si fonda sulla interscambiabilità, tanto che se c’è una cosa che continua a funzionare anche durante la guerra sono gli scambi energetici. Farli continuare è interesse sia di colui che vende che di colui che acquista. Il mondo che crede nell’impostazione basata sul mercato non può aspettarsi uno scenario come quello attuale», ha spiegato Giulio Sapelli nel corso del suo intervento.
Giulio Sapelli sulla crisi Ucraina-Russia
«Per vincere le guerre bisogna fare la guerra»
, ha ricordato l’economista, sottolineando che invece molti Paesi hanno deciso di abolire il servizio militare e «delegato la morte a dei corpi specializzati di mercenari». Giulio Sapelli non vede margini per un passo indietro, evidenziando che la Russia si sta trasformando in un’autocrazia piena: «Quel che mi preoccupa è che il modello Xi Jinping ha vinto. Ho paura che questo diffonda tra i giovani il fatto che per affermare i propri obiettivi bisogna fare la guerra. Ma solo un dittatore come Putin può pensare una cosa del genere». A suo avviso, il Cremlino si può fermare solo con la rivolta del popolo russo: si può ostacolare dall’interno, non dall’alto o da fuori. Per Giulio Sapelli, dunque, è necessaria una crescita del sentimento democratico in Russia: «Sono convinto che l’anima russa sia profonda. Putin è un dittatore e spero nella buona volontà degli operai e dei cittadini russi. Io ho conosciuto Sacharov, l’ho abbracciato. E ora la sua utopia deve diventare realtà […] L’Ucraina si salva solo con la resistenza del popolo ucraino. Per questo oggi dico viva l’Ucraina libera».