Il professor Giulio Sapelli, noto economista torinese, ha commentato sulle colonne del quotidiano “Il Giornale” il piano elaborato da Vittorio Colao, che tanto sta facendo discutere in queste ore. “Hanno ragione quando dicono a Colao che l’Italia non è un’azienda e il Governo non è un consiglio d’amministrazione – ha dichiarato –. Manca una visione olistica, è un documento fatto di schede e, in questo senso, mi ricorda il programma del Pd ai tempi di Romano Prodi. Oggi l’obiettivo è rimettere in moto la macchina”. Secondo Sapelli, nel punto del testo nel quale si ripropone l’equo canone per gli affitti degli esercizi commerciali è individuabile “una follia. Ma in generale non si dice nulla di rilevante sull’intervento dello Stato in economia, che in questi tempi dovrebbe avere caratteristiche del tutto diverse dal passato”. Inoltre, i componenti della task force paiono “non avere un’idea della vita reale. La politica è un’altra cosa. Penso a Moro e anche al vecchio Pci. Mi sono riletto gli atti di un convegno del Partito comunista del ’45, Togliatti era appena tornato dalla Russia. C’era una visione e idee concrete”.
GIULIO SAPELLI: “STRETTA SUL CONTANTE? INUTILE”
L’economista Giulio Sapelli, sempre attraverso “Il Giornale”, ha tuttavia levato un plauso nei confronti della richiesta di sospensione del decreto dignità (“quel punto va benissimo”), criticando però la mancanza di riferimenti alla riforma della magistratura (“non si va da nessuna parte se non si separano le carriere dei giudici”) e la stretta sul contante: “Non serve a combattere l’evasione, visto che gli evasori si rifugiano nei paradisi fiscali. Falso che sia una tendenza europea. È solo un attacco immorale ai commercianti, agli artigiani e agli anziani”. Inoltre, Sapelli si dice assolutamente convinto del fatto che il Governo non utilizzerà il piano Colao: “Le task force sono come i consulenti dei manager, servono a evitare responsabilità. Poi: o fai gli Stati generali o attivi una task force, non entrambe le cose. Hanno voluto fare tutto per non fare niente, mentre la gente soffre. Gli imprenditori hanno anticipato di tasca propria la cassa integrazione e stiamo perdendo l’acciaio”.