Nuovo capitolo della battaglia tra i pro-vax e gli anti-vax: lotta che ormai procede da anni, anche grazie alla cassa di risonanza dei social e delle centinaia di migliaia di commenti che sposano l’una o l’altra fazione. Stavolta però siamo in emergenza Coronavirus, e dunque il campo sul quale si combatte si sposta leggermente: a tema ci sono le parole del premier Giuseppe Conte, che giusto ieri ha parlato della necessità di mantenere misure restrittive ferree fino a che non sarà a disposizione un vaccino al Covid-19. Poco più tardi Giulio Tarro, virologo di fama internazionale (il primo ad aver isolato il vibrione del colera, tanto da essere candidato due volte al premio Nobel), è intervenuto a TeleClubItalia per commentare la dichiarazione del presidente del Consiglio e non ha perso tempo ad attaccarlo: “Non capisco come alte cariche politiche si permettano di dire che bisogna aspettare il vaccino per uscirne: è un’idiozia. Il paragone che ha utilizzato Tarro è quello dell’Aids, per il quale “un vaccino ancora non c’è”, dicendosi dunque abbastanza convinto della debolezza dell’assunto perché, appunto, un vaccino per il Coronavirus potrebbe non arrivare mai.



GIULIO TARRO VS BURIONI, BATTAGLIA SUL VACCINO

Dell’argomento aveva parlato anche Roberto Burioni, che in queste settimane è stato protagonista di tanti interventi: da subito schierato in prima linea, e con toni forti, circa la necessità di vaccinarsi, anche lui ha ammesso che per trovare un vaccino al Coronavirus potrebbero volerci anni (tanto da aver prospettato, almeno idealmente, di infettare un campione di persone per poi verificare l’effetto del virus e accelerare il processo). Tarro ne ha anche per lui, non volendone nemmeno fare il nome ma ricordandogli che “è già provato scientificamente che il 36% dei malati di Coronavirus è causato dai vaccini antifluenzali”. E poi, sulla possibilità di introdurre dal prossimo settembre il vaccino influenzale per le persone dai 65 anni in su, si rivolge addirittura alla magistratura perché questa gente “venga messa in galera. L’attacco a Burioni rientra in una “sfida” iniziata qualche giorno prima: Tarro, ex primario dell’ospedale Cotugno di Napoli ai tempi dell’epidemia di colera, aveva rilanciato la sua convinzione che il Coronavirus sarebbe scomparso per conto suo con il primo vero caldo. Il collega non si era risparmiato: “Se lui è virologo da Nobel io sono Miss Italia, lui dovrebbe fare quelle passerelle ma senza aprire bocca”.



Insomma, pare che ci risiamo, e ancora una volta non possiamo fare altro che constatare come l’unità d’intenti e una voce univoca sul Coronavirus sia ben lungi dall’essere trovata. Ricordiamo, a completezza di informazioni, che Giulio Tarro nei giorni scorsi aveva parlato del vaccino definendolo utile per “sviluppare anticorpi e immunizzare i pazienti”, ma aveva anche sottolineato come gli anticorpi, con 11 milioni di persone contagiate nel Paese (questo il numero da lui utilizzato) siano probabilmente formati in misura maggiore di quanto si pensi. “Il Coronavirus potrebbe diventare stagionale come l’aviaria” aveva detto, “oppure diventare regionale”. Siamo abbastanza certi che ci sarà un’altra puntata della storia, con altri attori sul ring: già il deputato Gianfranco Rotondi, nel commentare la diatriba Tarro-Burioni, aveva commentato (lo aveva riportato Il Tempo) dicendo che “io non mi schiero ma ricordo che, mentre Tarro ha piegato il colera come primario del Cotugno, gli altri fin qui hanno fatto solo interviste”. Per poi aggiungere di non poter permettere a Burioni di ironizzare sul collega, sottolineandone nuovamente le qualifiche.