«Dal dopoguerra al 2001, la nostra Costituzione era un impianto basati su molti criteri sintesi di vari pensieri ed è stato un testo straordinari per mezzo secolo. Nel 2001 è stata introdotta, non da noi, la parola mercato, il riflesso dell’ideologia globalista e mercatista. Da lì derivano molte leggi e molte regole»: così Giulio Tremonti ai microfoni di Agorà estate per analizzare il momento economico ma non solo.



L’ex titolare del Tesoro ha poi messo in risalto un dettaglio: «Quelli che licenziano non sono grandi, ma fondi di vario tipo, spesso molto piccoli, che hanno operato senza controlli e criteri per tanto tempo. Vanno fuori quando gli conviene con i soldi europei. La cosa incredibile è che portano i nostri soldi fuori e noi lo permettiamo. Siamo entrati in una fase molto complicata. Con la globalizzazione così veloce abbiamo pagato il prezzo, prima la crisi finanziaria e poi la pandemia. Siamo in terra incognita, possiamo e dobbiamo farcela, ma capendo il momento storico. La vecchia costituzione nel vecchio mondo ha funzionato, il nuovo mondo ha funzionato fino a che gli sciamani ci hanno raccolto pioggia e raccolto – l’opinione di Giulio Tremonti – Adesso che la pandemia spezza quel ritmo dobbiamo riflettere su tante cose. Anche la parola riforma va archiviata».



GIULIO TREMONTI SUL CONDONO

A proposito di fisco, nelle ultime settimane è tornata di moda l’ipotesi condono, Giulio Tremonti ha proposto una chiave di lettura biblica: «Se vuoi capire qualcosa, non devi leggere il testo unico delle imposte ma non la Bibbia, che è più semplice e simbolica. Davide prima di affrontare Golia chiede il condono per sé e l’esenzione per le generazioni future. Nella Bibbia c’è un passaggio fondamentale che è il sabbatico, ci sono dei momenti nella storia nei quali devi interrompere per riprendere, devi spezzare il sistema». Giulio Tremonti ha dunque evidenziato: «Il sistema italiano è un sistema molto rigido che si rompeva ogni dieci anni con provvedimenti di condono. Negli altri sistemi il condono è continuo. Non è vero che è un limite del nostro sistema, è una caratteristica del nostro sistema la rigidità che si rompe ogni dieci anni. Io l’ho fatto nel 2002, non ne sono orgoglioso ma era necessario, poi non c’è più stato. É una materia molto complicata, nella pandemia secondo me è il momento di applicare la Bibbia, sapendo che ci sono anche dei problemi, perché il sistema è complicato».



“AGRICOLTURA, L’EUROPA HA LA TENDENZA AD ESAGERARE”

Grande dibattito nelle ultime settimane anche sull’agricoltura e sulla risposta europea allo scenario internazionale, Giulio Tremonti non ha usato troppi giri di parole: «L’agricoltura si chiamava e si chiama ancora settore primario. Nel mondo ci sono agricolture che non sono compatibili con quelle del mercato europeo, non si può competere con America e Cina». Subito dopo, Giulio Tremonti ha bacchettato Bruxelles: «L’Europa è nata sull’agricoltura ed ha fatto bene, adesso ha una tendenza ad esagerare con centimetri e bollinature. Questa non è Europa, prima non rompeva le scatole con centimetri e millimetri. Con i mezzi che ci sono, con il digitale ed i collegamenti, è abbastanza difficile distinguere: nei campi puoi avere uno che fa un mestiere o che li fa tutti e due».