La crisi in Medio Oriente è l’ultimo effetto dell’onda lunga della globalizzazione: non ha dubbi Giulio Tremonti. Intervistato dal Sole 24 Ore, l’ex ministro dell’Economia ha affermato che i processi del mondo arabo e dell’Iran non coincidono con quelli altrove innescati dalla globalizzazione: “Mentre l’Oriente la cavalca, il Medio Oriente reagisce, innescando la spirale della violenza e del terrorismo”.



“È la conseguenza di una serie di fatti concatenati che hanno portato alla distruzione di alcuni Stati. Solo 30 anni fa non era immaginabile cosa sarebbe accaduto, e cosa sta accadendo oggi, solo guardando al passato riusciamo a vedere avanti”, ha aggiunto Tremonti. Gli schemi oggi sono rotti, perché la globalizzazione si è diffusa su due diverse onde: in Asia senza problema, mentre in Medio Oriente con enormi problemi.  La globalizzazione mette il mercato sopra il pubblico in Paesi dove il pubblico è tradizione, religione e tanto altro: “Ed è questo che genera la catena degli errori e degli orrori che abbiamo visto in questi anni”.



L’analisi di Giulio Tremonti

Tremonti ha posto l’accento su due date, quella della caduta del muro di Berlino e quella dell’accordo sul Wto a Marrakech: “Dopo il mondo non sarebbe stato e non è come prima”. Poi il 2001, in cui “le forze messe in campo si sono scatenate, con il mondo arabo che si rivolta in negativo”. L’11 settembre ha tracciato un solco: “Gli Usa invadono poco dopo l’Afghanistan, un atto giustificato dal diritto internazionale, entra in campo la Nato. Un intervento proporzionato, per i canoni del momento. Il Paese infatti non viene formalmente occupato, ma vengono presidiati i centri di potere centrale e rese possibili operazioni militari regolari quasi ovunque nel territorio. Il vero problema è che la missione ha tempi lunghissimi con un progetto di “state building” che si rivela velleitario, tanto che dopo oltre 20 anni c’è il ritiro, che è soprattutto un’operazione di politica interna degli Usa. Che lascia di fatto un paese senza uno Stato”. Un’altra grossa frattura è datata 2003, con l’invasione dell’Iraq che scatena il caos, seguita dagli attentati di Madrid e Londra tra 2004 e 2005. Nel 2011, poi, le primavere arabe, che provocano la guerra civile in Siria e quella in Libia.

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