Il caos è colpa dello Stato, non delle Regioni: Giulio Tremonti non ha dubbi. Intervenuto ai microfoni di Libero, l’ex ministro dell’Economia ha affermato che dal marzo del 2021 i governi hanno violato «ininterrottamente» la Costituzione all’articolo 32 e all’articolo 117: «Qui non ci interessa la tipologia degli illeciti, tuttora commessi – omissione di atti d’ufficio, violazione di legge, deviazione dei poteri -; importa che l’inerzia del governo sta facendo salire di giorno in giorno il costo della tragedia umana».
Un giudizio tranchant, confermato anche dalla sentenza della Consulta del 24 febbraio 2021: la Corte Costituzionale ha infatti chiarito che determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia «spetta allo Stato e non alle Regioni». Per Giulio Tremonti «il conto delle responsabilità morali e politiche lievita quotidianamente e a esso dovranno essere aggiunti i costi sociali ed economici conseguenti alla mala gestione della pandemia».
GIULIO TREMONTI: “BERGAMO? RESPONSABILITÀ PENALI”
Giulio Tremonti si è poi soffermato sull’obbligo dei vaccini anti-Covid, sottolineando che lo Stato dovrebbe imporre la vaccinazione di massa e chiedendosi perché «una legge di questo tipo non sia stata ancora fatta»: «Fare una legge quando c’è un’epidemia è un obbligo costituzionale e non averla fatta e non volerla fare è cosa di assoluta e irresponsabile gravità». Poi una battuta sull’indagine di Bergamo sull’esposto di 500 famiglie che chiedono di chiamare in giudizio Conte e Speranza, per Giulio Tremonti è certo che qualche responsabilità penale prima o poi verrà fuori: «Oggettivamente che ci siano stati dei reati è evidente, e non è solo Bergamo, con i suoi morti. Tutto ha inizio con un insopportabile tasso di leggerezza e irresponsabilità. Come dimenticare, a inizio 2020, gli omaggi ai cinesi nella logica della Via della seta? Oppure gli spritz sui Navigli dei leader in trasferta da Roma? E le photo opportunity nella sala di comando della Protezione Civile con il premier in pullover di cachemire, signore in tailleur, ufficiali in mimetica, e poi la progressione nella quale dentro Palazzo Chigi cresceva il numero delle bandiere, europea, italiana e palatina, messe sullo sfondo per ostentazione e si facevano scomparire le pochette per trasmettere un messaggio di dovuta compunta serietà»