La campagna elettorale è entrata nel vivo e Giulio Tremonti non è soddisfatto di quanto visto sin qui. Intervenuto ai microfoni di Agorà Estate, l’ex titolare dell’Estero ha puntato il dito contro coloro che pensano più a demonizzare l’avversario anzichè presentare un programma: “Uno che va in campagna elettorale deve dire che cosa è e che cosa fa, non deve demonizzare l’avversario e chiamare l’estero contro l’Italia. Questo non è patriottico e non è corretto”.



Con un riferimento alla Bibbia, Giulio Tremonti si è soffermato sulle piaghe che stanno colpendo l’Italia e non solo: “Noi abbiamo già avuto sette piaghe, la prima il disastro ambientale. Certo l’asse terrestre si è sempre spostato, ma è causato dall’idea folle di fare la fabbrica del mondo in Asia in 30 anni, con milioni di container avanti e indietro. Inizia a emergere il costo della globalizzazione. Poi qualcuno dovrà spiegare perchè fare in quel modo. Poi c’è il caos finanziario prossimo venturo. In questi anni hanno stampato moneta dal nulla: l’impressione è che l’inflazione prodotta in questo modo sia causa di enormi problemi per le persone. L’inflazione è una tassa per i poveri, ricordiamolo”.



GIULIO TREMONTI: “IO MINISTRO? SAREI ONORATO”

Dopo una battuta su un suo possibile coinvolgimento da ministro dell’Economia nel prossimo governo (se di centrodestra) – “Io sarei onorato di essere candidato, ma sono discorsi che non hanno senso attuale”Giulio Tremonti non ha lesinato frecciatine agli ultimi governi: “L’ultima finanziaria era una finanziaria espansiva e clientelare: bonus, spesa pubblica non coperta. Poi si sono accorti che magari non si andava al Quirinale e hanno cambiato marcia. Il dato comunicato dell’Istat è impressionante: la povertà assoluta dal 2011 a oggi è raddoppiata. Nel 2011 era al 4%, nel 2011 era quasi al 10%. E in questi dieci anni non ha governato la destra”. E ancora: “Ho come l’impressione che in questi dieci anni la politica economica non sia stata particolarmente brillante. Io raddoppierei subito il 5 per mille, per dare un aiuto contro la povertà”. Giulio Tremonti ha poi parlato della flat tax, uno dei cavalli di battaglia del centrodestra in campagna elettorale: “I programmi elettorali si fanno proiettati sulla legislatura, quindi da qui a cinque anni. Sono condizionati dall’andamento dell’economia globale, mai come di questi tempi. Io ricordo nel 2008 il programma prevedeva cinque imposte, un codice fiscale per l’imposta personale, la no tax area e poi due aliquote, 23% e 33%. Su questo fu fatta una delega, cominciò l’applicazione e poi ci furono problemi di altro tipo. Per e la valutazione va fatta così: cosa c’è scritto, poi come si sviluppa in cinque anni l’economia. La via è giusta, lo sviluppo è graduale e realistico”.

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