“La guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina non è solo una guerra, è un punto di svolta nella nostra storia, nella storia presente e futura”: non ha dubbi Giulio Tremonti, presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati. Per l’esperto, “In Europa e per l’Europa, ciò che è necessario è un nuovo apparato politico, con un nuovo software politico e con un nuovo hardware costituzionale”.



Tremonti ha parlato prima della Conferenza internazionale “Il futuro dell’Occidente” organizzato da Aspen Institute Italia in cooperazione con The Aspen Institute e con l’American Chamber of Commerce in Italy, presso l’ambasciata d’Italia negli Stati Uniti. Nel corso dell’evento hanno parlato anche l’ambasciatrice d’Italia negli Usa Mariangela Zappia, il ministro dell’Interno Piantedosi e il vice ministro per le Imprese e il Made in Italy Valentino Valentini, come spiega Il Sole 24 Ore. Il presidente della Commissione Affari esteri e comunitari, ancora, ha spiegato: “Il folle conflitto in Ucraina costringe l’Europa e i Paesi che ne fanno parte a cambiare il modello politico ed economico nel quale ci siamo mossi negli ultimi tre decenni”.



Tremonti: “Putin ha avvicinato i Paesi europei”

Intervistato da Il Sole 24 Ore, Giulio Tremonti ha spiegato che la svolta europea attuale deriva proprio dalla guerra in Ucraina. Dal 1989, il modello tedesco ha portato a una crescente integrazione tra Germania e Russia. Il modello si basava sull’importazione di energia a basso costo, dalla Russia, e sull’esportazione di prodotti di valore, principalmente in Cina. La guerra in Ucraina però ha stravolto tutto, costringendo l’Europa ad adottare un nuovo software in grado di mettere insieme i principi democratici con le tradizioni dei popoli nei diversi Paesi.



La guerra, però, ha anche unito l’Europa: “Non c’è dubbio che Putin oltre a rilanciare la Nato abbia anche contribuito ad avvicinare i Paesi europei. E spingendoci a cercare alternative alle forniture di energia, ci ha aiutato a liberarci dai vincoli politici ed economici che la Russia imponeva”, ha spiegato Tremonti. Dunque la guerra in Europa sta producendo gli effetti di un anestetico, ma al termine del conflitto la speculazione finanziaria e i computer potrebbero destabilizzare alcuni pilastri del sistema finanziario, secondo l’esperto. Le banche centrali, per Tremonti, “Oggi sono simili ai generali francesi, fiducisosi sulla Linea Maginot, ignorando la forza rivoluzionaria del motore a combustione, oggi la forza dei computer”.