“Noi sentiamo lo strepito della guerra in Ucraina ma non avvertiamo il silenzio che si stende su tutti i Balcani, su tutta la regione che sta tra l’Ucraina e l’Europa, che sta sotto la frontiera del Danubio”: così Giulio Tremonti ai microfoni di Stasera Italia. L’ex ministro dell’Economia ha acceso i riflettori sulla crisi internazionale, ponendo l’accento sulla vicenda che coinvolge la Moldavia: “Il caso della Moldavia spero sia gestibile, ma è il segno del fatto che la guerra può estendersi dall’Ucraina ad altre regioni. Nei Balcani ci sono sette Stati, non sono molto popolati ma storicamente sono la fabbrica della storia e della guerra. Non dimentichiamo la guerra in Jugoslavia, che è stata limitata solo perché l’Urss era finita e la Russia imperiale di adesso non c’era adesso. L’Europa deve riflettere su queste cose”.
Giulio Tremonti si è soffermato sul ruolo dell’Europa, che può diventare centrale in questo scacchiere globale: “È stato giusto l’intervento del cancelliere tedesco a Praga sulla cultura comune, è stata importata l’estensione di Macron immaginando un’Europa più flessibile, è stata certamente importante l’apertura del presidente Meloni sui Balcani. Io credo che la storia avanza, spirano venti di guerra: l’Europa deve e può fare qualcosa, unirsi oltre la struttura dell’Ue e integrare ancora di più, comprendendo i Balcani fino alla Moldavia”.
L’analisi di Giulio Tremonti
Nel corso della sua analisi nel programma di Rete 4, Giulio Tremonti ha fatto una precisazione doverosa sul dossier democrazia: “La democrazia non si esporta, non è un McDonald’s, ma nasce in loco e questo è nella Carta Atlantica. E’ una follia quello che è stato fatto in Libia, in Siria e in altre parti del Medio Oriente: la democrazia non si può costruire in maniera artificiale“. Ma c’è anche un altro punto, legato alle regole: “Non puoi immaginare un mondo che non è più globale, ma che resta internazionale e non ha regole sul commercio. Servono regole e criteri. Non è mai stato fatto nulla. Servirebbe un accordo che potrebbe vedere uniti tutti, Cina e America comprese. I confini non attraversati dalle merci sono attraversati dagli eserciti”.