In campo alle elezioni del 25 settembre con Fratelli d’Italia, Giulio Tremonti teme tempi difficili per il Paese. Ospite di Controcorrente, l’ex ministro dell’Economia ha spiegato che il grande problema è la situazione “che arriverà nei prossimi mesi”: “I programmi elettorali sono sviluppati sui cinque anni e sono influenzati dalla dialettica interna di partiti e coalizione. Ma credo che ci sia poca considerazione sul dramma che sta per arrivare”.
Esponendo il suo pensiero, Giulio Tremonti ha ricordato che la povertà negli ultimi anni è raddoppiata e che l’Italia prossimamente dovrà fare i conti con “inflazione, recessione, bollette, carrello della spesa” e così via. Problemi che dovrà affrontare il nuovo governo, i sondaggi vedono favorito il centrodestra. Bruxelles, in caso di vittoria della coalizione guidata da FdI, non avrà nulla da obiettare. Anche perché se avvenisse, ha spiegato l’ex titolare del Tesoro, “francamente lo considererei fuori da ogni categoria democratica”.
“PIANI RAZIONAMENTO GAS ANDAVANO FATTI IERI, NON OGGI”
Soffermandosi sul dossier gas, Giulio Tremonti ai microfoni di La7 non ha utilizzato mezzi termini: “I piani razionamento gas andavano fatti ieri, non oggi o dopo le elezioni. Le persone lo sanno e lo sentono: si stanno concentrando recessione, inflazione e speculazione sulle materie prime”. Nel corso della sua analisi, Giulio Tremonti ha rimarcato: “Il tetto sul gas, come è stato ipotizzato, presupponeva un accordo particolare con l’industria energetica russa. E’ difficile allineare la tigre a certi comportamenti. Io credo che non sia un’ipotesi fattibile. Io credo che nei singoli Paese, i governi debbano staccare la spina fiscale: non puoi continuare chiedere le accise e l’Iva. Finora è stato applicato il sistema normale di tassazione, poi ci sono stati alcuni sgravi o rimborsi più o meno insufficienti. Il momento è talmente drammatico da togliere la fiscalità alla base, diversamente l’autunno sarà realmente problematico per le persone”.