Il problema dell’Ungheria non è il suo dna democratico, ma i suoi rapporti con la Russia. Non ha dubbi Giulio Tremonti. Interpellato da La Stampa, l’ex ministro dell’Economia si è soffermato sull’iniziativa della Commissione Ue nei confronti del governo Orban: “Abbiamo visto com’è andata con la Polonia, era stata giudicata fuori dallo Stato di diritto e ora viene applaudita per aver accolto i profughi ucraini”.
Varsavia, in pochi mesi, è passata dalla polvere agli altari, ha ricordato Giulio Tremonti: “Le criticità democratiche sollevate a gennaio sono finite in secondo piano”. La prospettiva potrebbe essere questa anche per l’Ungheria secondo l’ex titolare del Tesoro, ma qui a pesare sono i legami con il Cremlino: “Scommetto che, se non ci fossero sospetti di cointeressenze con Putin, Bruxelles non avrebbe preso queste ultime iniziative contro Budapest”.
GIULIO TREMONTI TRA UNGHERIA E EMERGENZA ENERGETICA
Nel corso dell’intervista al quotidiano torinese, Giulio Tremonti si è soffermato sull’emergenza energetica, yuna materia molto complessa. Non c’è solo la guerra in Ucraina a incidere sulle difficoltà, bisogna tenere conto anche della speculazione: “Dopo aver idolatrato il mercato e la transizione da mercato a finanza negli ultimi 10 anni, ora è necessario introdurre dei provvedimenti limitativi. Ma per l’Europa è enormemente difficile, perché non ha gli strumenti coercitivi tipici di uno Stato”. Per Giulio Tremonti il price cap è l’obiettivo giusto, ma è anche vero che non si tratta di un obiettivo raggiungibile a breve termine: “Nel frattempo, bisogna prendere atto degli effetti molto negativi dell’iperinflazione sull’energia, sul grano, sulla vita delle persone”.