La grande artista scomparsa nel 2004, Giuni Russo, rivivrà nella seconda serata di oggi, lunedì 5 ottobre, su Rete 4 grazie ad uno speciale a lei dedicato dal titolo “Giuni Russo story”. La vita privata e la carriera di una delle artiste che con la sua voce è riuscita a toccare le corde più sensibili rappresentando al tempo stesso un simbolo di innovazione musicale, sarà narrata nel corso della serata con interviste, curiosità ed aneddoti, ma soprattutto con le sue canzoni che hanno scritto la storia della musica italiana. Come non citare titoli del calibro di Alghero, Sere d’agosto, Mediterranea, passando per la celebre Un’estate al mare.



Quest’ultima fu scritta da un altro maestro della musica made in Italy, Franco Battiato, e grazie a tale brano nel 1982 Giuni Russo raggiunse le vette di molte classifiche musicali conquistando vari premi ma soprattutto diventando una delle hit intramontabili della stagione estiva. A sedici anni dalla sua prematura morte, lo scorso settembre, nel giorno in cui avrebbe festeggiato il suo 69esimo compleanno, è stato pubblicato l’inedito “La forma dell’amore” sul canale ufficiale Youtube della cantautrice. Il brano, come rammenta SkyTg24, fu scritto verso la fine degli anni Novanta dalla stessa Giuni insieme a Maria Antonietta Sisini, ma non riuscì mai a realizzarlo in studio. Le immagini che accompagnano la voce della straordinaria artista furono girate un anno prima della sua morte da Ivan Cattaneo nella sua casa di Milano.



GIUNI RUSSO, LA MALATTIA E LA RELAZIONE CON MARIA ANTONIETTA SISINI

Giuni Russo, al secolo Giuseppa Romeo, nacque a Palermo nel settembre del 1951. Aveva 17 anni quando, nel 1969, avvenne l’incontro con la donna che le sarebbe rimasta al fianco per tutta la vita: Maria Antonietta Sisini. “Da allora siamo rimaste una famiglia, fino alla fine”, aveva raccontato la Sisini in una intervista del 2017 per Io Donna. Sedici anni fa però, la grande artista e cantautrice ci lasciava dopo una lunga battaglia contro il cancro. Una battaglia che Giuni affrontò proprio con Maria Antonietta: “I dottori ci avevano detto che non sarebbero riusciti a guarirla, ma che avrebbero potuto cronicizzare quella condizione.

Noi ci avevamo creduto, purtroppo si sbagliavano. Però per cinque anni abbiamo sperato e quando capitava che io cadevo nella disperazione – perché cinque anni sono lunghi, può capitare – era lei che consolava me”, ha raccontato, ricordando quel periodo molto doloroso. Ad aiutare l’artista durante la sua lotta contro il male fisico che la attanagliava, fu anche la fede. A modo suo, infatti, Giuni era molto credente e in particolare negli anni Novanta rimase folgorata dalla figura di Teresa d’Ávila, religiosa e mistica spagnola.

Giuni decise di tornare al Festival di Sanremo nel 2003, dopo 35 anni di assenza e un anno prima della sua dipartita conquistando il settimo posto con “Morirò d’amore”. Sul palcoscenico dell’Ariston si esibì senza capelli e con il capo avvolto in una bandana, segno della malattia contro la quale stava lottando da tempo. La cantautrice morì nella sua casa di Milano a 53 anni nella notte tra il 13 ed il 14 settembre 2004. Prima della scomparsa, in una delle numerose interviste Giuni aveva parlato della musica e della sua arte commentando: “Chiamiamolo mestiere? Io non lo chiamerei mestiere perchè è la mia grande passione…”.