Il grande Giuseppe Abbagnale, ex campione del mondo e presidente dell’associazione italiana di canottaggio, è stato ospite questa mattina dal programma di Rai Uno, Uno Mattina. Le prime parole sono state per il suo esordio nel mondo della canoa: “Io ho iniziato nel 1974 – racconta il vincitore di sette titoli mondiali e due olimpici in diretta su Rai Uno – portato praticamente al circolo da mio zio che era il tecnico della società che poi ha coinvolto mio fratello Carmine, Agostino e gran parte della famiglia che è passata attraverso il canottaggio”.



Ma cosa è il canottaggio per Giuseppe Abbagnale: “E’ diventata la mia vita, ma faccio una premessa, io quando ho cominciato non lo conoscevo, l’ho conosciuto perchè lo faceva mio zio, che è stato quello che ha iniziato. Io però avevo dentro un fuoco che ardeva e che era la voglia di fare sport e di cimentarmi in una attività sportiva”. Per Massimiliano Ossini il “canottaggio non è solo uno sport, è molto di più, è una disciplina di vita a tutti gli effetti fra forza di volontà, forza fisica e dedizione”.



GIUSEPPE ABBAGNALE: “NEL CANOTTAGGIO NON CONTA IL SINGOLO”

Nicolò Cavalcanti, istruttore e referente dell’associazione canottaggio, anch’egli ospite di Uno Mattina, ha aggiunto: “Il canottaggio può migliorare la vita in quanto accezione di disciplina che diventa disciplina di vita, quindi ricentrare la persona su quelli che sono i valori naturali, un equilibrio fra il fisico e l’energetico, elementi centrali per una buona vita”.

Giuseppe Abbagnale ha concluso l’intervista, dicendo: “Il canottaggio, al di là della sua completezza, insegna uno stile di vita, naturalmente insegna che la squadra e il valore non è il singolo ma è il valore dell’equipaggio, il mettere insieme tante persone permette di migliorare in maniera progressiva, bisogna remare tutti nella stessa direzione”. Le immagini, prima della fine della puntata, si sono soffermate su Ossini che su un vogatore, mentre si allenava, salutava il pubblico dando appuntamento a domani.