Giuseppe Cimarosa e Rosa Filardo, cugini di Messina Denaro, hanno rilasciato un’intervista ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. Il ragazzo, figlio del pentito Lorenzo e di Rosa Filardo, ha esordito dicendo: “Mi sono sempre posto il problema del perché in questi dieci anni io e la mia famiglia fossimo visti come un corpo estraneo dalla società, come qualcuno da rigettare. Ciò è accaduto da quando mio padre ha cominciato a collaborare e io ho iniziato a prendere posizioni pubbliche e a urlare al mondo intero che la mafia fa schifo. Avevo circa 15 anni quando ho capito che mio padre potesse essere stato invischiato in faccende di carattere mafioso. Erano cose che respiravo nell’aria, erano sensazioni che io percepivo: avere scoperto chi fossero i miei parenti più vicini e leggendo dalla cronaca quanto stesse crescendo il calibro criminale di Matteo Messina Denaro, questi aspetti mi spaventavano tantissimo”.
Nel prosieguo del suo intervento, Giuseppe Cimarosa, figlio di Rosa Filardo, ha aggiunto: “A scuola, alle medie, c’erano alcuni bulletti che avevano come argomento fisso Matteo Messina Denaro. Lo descrivevano quasi come un eroe dei fumetti e quando scoprirono che io ero un suo parente, cercarono di coinvolgermi di più. Al liceo classico, invece, mi sono sentito più a mio agio, in quanto non parlare di questa parentela mi illudeva di avere una vita normale, al pari dei miei coetanei. Nelle famiglie dei miei compagni vedevo famiglie perfette, mi vergognavo di avere un padre in carcere. Ero pronto a ripudiarlo e a chiudere i rapporti, ma quando ci disse della sua collaborazione con gli inquirenti, fui orgoglioso di lui per la prima volta. In tutti questi anni avevo paura che qualcuno mi ammazzasse”.
GIUSEPPE CIMAROSA E ROSA FILARDO, CUGINI DI MATTEO MESSINA DENARO: “LA SOCIETÀ CI HA EMARGINATO”
Rosa Filardo, succedendosi nella narrazione al figlio Giuseppe Cimarosa, ha rivelato: “Allontanandoci dal boss, siamo stati emarginati da quasi tutto il paese, una situazione veramente terribile da vivere. Ancora oggi abbiamo la paura addosso, ma spero che, dopo la notizia di lunedì scorso, possano cambiare le cose per tutta la Sicilia e per tutta l’Italia. Noi ci eravamo permessi di andare contro i dettami di Messina Denaro e siamo stati rifiutati, anche dai familiari più stretti. Quando l’hanno arrestato, ho fatto un sospiro di sollievo e ci siamo abbracciati io e mio figlio. Tutti i giorni temiamo di subire qualche ritorsione. Non siamo noi a dovere cambiare identità, luogo e casa, perché noi non abbiamo fatto niente: sono altri che devono andare via da questo paese”.
Quando Rosa Filardo cominciò a intuire che il marito Lorenzo Cimarosa frequentava gli ambienti mafiosi, scoppiarono litigi in casa: “Avevamo discussioni e liti con mio marito per il suo coinvolgimento nelle vicende di mafia. Poi, nel 1998 c’è stato il primo arresto di mio marito. Mi vergognavo di questa cosa, non sono neanche più andata a lavorare per questa cosa. Eppure, dovevo combattere: avevo due figli piccoli da crescere e piano piano sono riuscita a ripartire”.