«Sono giorni importanti. Il piano di intervento europeo sta assumendo la sua fisionomia definitiva. Oggi la Commissione europea annuncerà la sua proposta di Recovery Plan. L’Italia deve farsi trovare pronta all’appuntamento»: inizia così la lettera al Corriere della Sera e al Fatto Quotidiano con cui Giuseppe Conte chiarisce i 7 punti di proposta italiana sul Recovery Fund, una sorta di “contratto di impegno” sugli obiettivi cui saranno destinati i fondi europei che saranno concessi all’Italia. Mentre si attende il piano di Ursula Von der Leyen con l’evidente ricercato punto di sintesi tra le proposte di Italia-Francia-Germania e degli altri Paesi del Nord invece rigoristi e oppositori alla linea del “debito comune”, il Presidente del Consiglio definisce gli intenti del Governo italiano in merito ai fondi che verranno richiesti nei prossimi mesi: Conte lo chiama «piano strategico» che ponga le basi di «un nuovo patto tra le forze produttive e le forze sociali del nostro Paese. Questo è il momento per alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro».
Con la crisi economica e del Pil che si ridurrà ulteriormente nei prossimi mesi lo Stato deve impiantare un rilancio che va ben oltre il tema di “assistenzialismo” visto finora nei decreti economici approvati: i fondi del Recovery Plan saranno in questo senso essenziali ma, come anticipato dalla stessa Commissione Ue, servirà un piano di riforme strategiche per poter essere concessi. Ecco dunque lo scenario in 7 punti proposto dal Presidente del Consiglio.
I 7 PUNTI DEL “RECOVERY PLAN” DI CONTE
«Introdurremo incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all’innovazione. Dobbiamo sollecitare la diffusione della identità digitale, rafforzare l’interconnessione delle banche dati pubbliche e approvare un programma per realizzare al più presto la banda larga in tutto il Paese» è il primo punto affrontato da Conte, seguito subito dopo da sostegno cruciale alle imprese «favorire le innovazioni da parte delle start up e rilanciare misure già introdotte con successo come ACE e Impresa 4.0, rendendole strutturali».
In terzo luogo, Conte esprime la necessità del rilancio sugli investimenti pubblici e privati con drastica riduzione della burocrazia: «Le opere pubbliche vanno sbloccate anche per mezzo di un intervento normativo a carattere temporaneo, su cui il governo sta già lavorando. Avremo cura di salvaguardare i presidi di legalità e i controlli, per contrastare gli appetiti delle organizzazioni criminali, ma dovremo accelerare le procedure e gli iter autorizzativi». È qui che lancia la roboante proposta di «rivoluzione culturale nella pubblica amministrazione» con l’intento di riformare il reato di abuso di ufficio, con annessa responsabilità erariale «I funzionari pubblici, pur in un’ottica di rigore e trasparenza, devono essere incentivati ad assumersi le rispettive responsabilità. Faremo in modo di evitare che sui funzionari onesti gravi eccessiva incertezza giuridica, ad esempio circoscrivendo più puntualmente il reato di abuso d’ufficio e la medesima responsabilità erariale».
Si passa poi dalla green economy (4° punto) al diritto allo studio con innovazione annessa (punto 5), mentre sugli ultimi du punti si concentra il piano sia di giustizia penale che di riforma fiscale: «È necessario abbreviare i tempi della giustizia penale e della giustizia civile. Il codice civile è stato varato nel 1942 e ha attraversato tutti questi anni senza una riforma organica. Tutti e tre questi progetti di riforma sono ora in Parlamento. Invito i gruppi parlamentari a confrontarsi con la massima speditezza. Possiamo migliorare il diritto societario introducendo modelli di governance più snelli ed efficienti». Infine, sulla riforma fiscale, Conte lancia la proposta per il Recovery Fund immediato «Dobbiamo avere il coraggio di riordinare il sistema delle deduzioni e delle detrazioni: l’equità e la progressività del sistema tributario passano anche da questo intervento».