Tra la tentazione Mario Draghi e l’ipotesi rimpasto, il futuro del Governo è tutto da scrivere, così come quello del premier Giuseppe Conte. E Il Tempo sgancia la bomba: il giurista come prossimo candidato sindaco di Roma per Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. A 13 mesi di distanza dalle prossime elezioni nella Capitale, il quotidiano diretto da Bechis riporta un’indiscrezione che farà molto discutere: l’avvocato del popolo come erede di Virginia Raggi per contrastare e battere il Centrodestra.
Ma non solo: in questo modo sarebbe possibile archiviare l’ipotesi di un nuovo partito fondato e guidato dall’attuale presidente del Consiglio. «La partita per il futuro del governo potrebbe intrecciarsi con quella per il Campidoglio», spiega Il Tempo, esponendo il progetto giallorosso: il Campidoglio potrebbe rappresentare una via d’uscita di lusso per Conte e per i partiti che lo sostengono, considerando che l’esecutivo versa in acque parecchio agitate…
“GIUSEPPE CONTE CANDIDATO SINDACO DI ROMA”
Giuseppe Conte continua a immaginarsi sulla scena politica nazionale, ipotesi confermata dalle voci che parlano di un partito civico in grado di rappresentare un campo lago che dal centro guarda a Sinistra. Ma Pd e M5s puntano a blindarlo, senza dimenticare che il rischio di una crisi di Governo è sempre dietro l’angolo. La candidatura di Conte a sindaco di Roma permetterebbe ai giallorossi di arginare il Centrodestra – che difficilmente schiererà di nuovo Giorgia Meloni – e consentirebbe ai pentastellati di restare alla guida del Comune dopo il disastro targato Raggi.
E non è finita qui, spiega il Tempo: questa mossa aprire la strada di Palazzo Chigi ad un esponente del Partito Democratico, il più papabile è l’attuale ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Il quotidiano non ha dubbi: «Alcuni esponenti del M5S ci stanno pensando, anche per arginare la possibilità che il premier costruisca il suo partito, benché l’efficacia di un progetto del genere sia tutta da verificare. Un’idea che accarezzano anche quei big del Pd che predicano un progetto politico strutturale tra le due forze maggiori di governo».