ATTESA LA REPLICA DI BEPPE GRILLO

Secondo fonti qualificate dell’Adkronos, entro sera è attesa la replica diretta di Beppe Grillo a Giuseppe Conte con un video sul suo blog (qui il link): il semi-ultimatum lanciato dall’ex Premier oggi pomeriggio nella lunga conferenza stampa (qui sotto tutti i punti salienti e gli annunci in “pillole”) ha scosso il Movimento 5Stelle, al momento inevitabilmente diviso sul rimanere “fedeli all’origine” con lo statuto di Grillo o se accettare l’apertura ad un rinnovato progetto politico a 5Stelle con Conte come leader.



«Con Beppe Grillo sono emerse diversità di vedute su alcuni aspetti fondamentali. E’ emerso un equivoco di fondo: non ha senso imbiancare una casa che necessita di una profonda ristrutturazione. Beppe mi è sembrato ritenere che tutto vada bene così salvo alcuni moderati aggiustamenti», in questo passaggio forse il senso più importante dell’intero discorso di Conte. Sempre secondo le fonti Adn, il contenuto della risposta di Grillo è ancora top secret e non è detto che accetti tout court le proposte rinnovate questo pomeriggio dall’ex Premier davanti alla stampa.



CONTE: IL DISCORSO IN “PILLOLE” E LE RISPOSTE AI GIORNALISTI

«No alla diarchia con Grillo, decida lui se essere padre padrone o padre generoso. Io non faccio il prestanome di un leader ombra»: così Giuseppe Conte nella conferenza stampa in cui dà sostanzialmente l’ultimatum a Beppe Grillo in maniera pubblica e netta. «Sono emerse diversità di vedute su aspetti fondamentali. Senza forti cambiamenti si rischia il declino. Domani mie condizioni a Grillo e Crimi», ha aggiunto l’ex Premier. Nelle risposte ai giornalisti dopo il lungo discorso (circa mezz’ora, qui sotto tutti i punti salienti), Conte chiarisce alcuni punti che restano ancora “irrisolti”: «Io non ho pronto nessun piano B, non faccio doppie agende. Valuterò cosa fare se non ci fosse entusiasmo nel progetto».



Conte conferma il Governo Draghi, sia dentro o fuori il M5s, ma ribadisce che serve una sintesi politica unica e questa non può essere in mano al Garante M5s: «Il leader politico ha una scadenza, viene eletto e ha una scadenza di mandato. Nello statuto non ci sarà la protezione giuridica del garante». Conte conferma la funzione di “custodia dei valori” in mano al garante, tanto che «potrà avviare una proposta di sfiducia al leader di turno». L’ex Premier smentisce l’idea di fondare un nuovo partito alternativo al M5s e rinnova l’impegno per condurre il Movimento verso un cambiamento/ribaltamento del vecchio statuto: «mi confronterò con Beppe Grillo nei prossimi giorni, indipendentemente dalle decisioni che verranno prese». Chiudendo la conferenza stampa, l’ex Premier ammette come non possa bastargli la “fiducia” di Grillo per partire nel progetto, «Io confido del vero sano entusiasmo di Grillo in questo progetto»: l’obiettivo di Giuseppe Conte è proporre un progetto politico alternativo alla destra, «il Pd ha la sua autonomia, noi abbiamo la nostra e se questo progetto partirà si continuerà il dialogo con l’alleanza di Centrosinistra».

IL DISCORSO: “PROGETTO M5S È SBAGLIATO”

«Non posso prestarmi ad una operazione politica che nasce con ambiguità»: è netto e a questo punto definitivo il “no” di Giuseppe Conte a divenire, a queste condizioni, leader del Movimento 5Stelle. «Non posso assumere una decisione solo col cuore se la mia testa mi suggerisce che è un percorso sbagliato», ha spiegato l’ex Premier nella conferenza stampa alla Camera di Commercio di Roma. «Al vertice deve esserci il leader della forza politica e non può affidarsi a una leadership politica dimezzato», ribadisce Giuseppe Conte, «Una diarchia non è funzionale, su questo non ci sono compromessi. Non può esserci un leader ombra affiancato dal prestanome. In ogni caso, quel prestanome non potrei essere io». Conte detta le “sue” condizioni per offrire un profilo politico chiaro al nuovo Movimento 5Stelle ma al momento, secondo quanto ribadito in più passaggi del suo discorso, le osservazioni fatte da Grillo non vanno nella stessa direzione dell’ex Premier.

«Ho convocato questa conferenza stampa perché ho sempre applicato criteri di trasparenza nella mia amministrazione politica», spiega Giuseppe Conte aprendo la conferenza stampa dalla camera di commercio su Roma. «Il 4 febbraio uscii da Palazzolo Chigi per rilasciare alcune dichiarazioni, erano giorni delicati. Lanciai un appello affinché tutte le forze politiche del governo uscente si adoperassero alla nascita del governo Draghi», ma è in quella occasione che Conte fece l’appello di vicinanza e affetto per «gli amici del Movimento 5Stelle». Pochi giorni dopo, racconta ancora l’ex Premier, Grillo lo invitò a divenire il capo del Movimento: Conte racconta dei vari step successivi, come il rifiuto il 28 febbraio della sua immediata iscrizione al M5s, «sarebbe stata scelta calata dall’alto e inadeguata da quello che serviva davvero al Movimento». Conte denuncia la mancanza di leadership ormai da anni, anche se ringrazia Vito Crimi per il lavoro svolto in questi mesi: «condivido i principi del M5s ma ho elencato carenze e ambiguità che credo anche gli elettori possano ravvisare visti gli ultimi risultati politici». L’avvocato denuncia poi la “lacerazione” interna del Movimento, spiegando invece la necessità di «ampliare la dimensione europea e internazionale; scuola formazione politica; organizzazione territoriale agile e articolata; stanze locali e raccordo tra azione nazionale e politiche territoriali; necessità di introdurre forum tematici; carta di valori iscritti; piattaforma informatica nuova».

Ebbene, Conte dice di essersi lasciato così settimane fa con Beppe Grillo per sviluppare poi il progetto nuovo sulla base di queste novità introdotte e proposte: «in 4 mesi ho studiato tanto, fatto moltissimi incontri, tutto per mantenere salde le radici dei valori M5s ma aprendosi ad una fase di forte rinnovamento». Verso il lancio di questo nuovo progetto, con Grillo sono sorte forti distanze sul futuro del Movimento: «non ha senso imbiancare una casa che necessita di una profonda ristrutturazione. Per Grillo va bene così com’è, salvo qualche moderato restyling, ma io non mi presto a questi lavori di facciata». Occorre insomma avere coraggio di guardare avanti per fare evolvere il M5s così come la società che si proietta verso il 2050: «serve cultura ecologica, contro le diseguaglianze di ogni tipo. Non posso prestarmi ad una operazione politica che nasce con ambiguità». Conte denuncia la possibile fase di declino del “vecchio” Movimento e dunque ammette di non poter «abbracciare un movimento lacerato da contraddizioni e ambiguità». Lancia quindi un appello a lavorare con “maglie larghe” ben oltre il Movimento, forse ipotizzando un nuovo progetto politico futuro in alternativa al “vecchio” M5s: «Il mio l’ho fatto, in 4 mesi ho recuperato i dati degli iscritti e elaborato uno statuto». Al termine della conferenza stampa, Conte spiega che domani mattina consegnerà i documenti prodotti a Beppe Grillo e Vito Crimi: «saranno le condizioni del mio impegno personale. Non è vero che ho chiesto le pubbliche scuse a Beppe Grillo, come è stato scritto. Per lui ho sempre avuto e sempre avrò rispetto completo, ma non possono esserci ambiguità». Conte conferma il prossimo voto sulla piattaforma per vedere nei numeri chi è con lui e chi invece no: «Chiedo alla comunità 5 Stelle di non rimanere passiva in questo processo. Chiedo che si possano esprimere al più presto con il voto. Non mi accontenterò di una risicata maggioranza».

“LE DISTANZE RESTANO”

«Oggi pomeriggio alle 17.30 terrò una conferenza stampa. La potrete seguire in diretta streaming qui sulla mia pagina»: la conferma arriva direttamente da Giuseppe Conte sui propri canali social, ma ancora non è affatto certo quello che lui dirà alla platea molto interessata del Movimento 5Stelle. «La telefonata è andata malissimo, le posizioni inconciliabili. Ormai è davvero difficile ci si possa mettere d’accordo», spiegano all’Adnkronos fonti del M5s dopo l’ultima telefonata avuta ieri sera tra Conte e il garante Beppe Grillo.

Le possibilità di ricucire vengono date bassissime, ma non vanno escluse anche perché in gioco vi è non solo il futuro del M5s (e dei suoi parlamentari eletti o eleggibili nella prossima legislatura) ma anche il Governo Draghi – impegnato in una cabina di regia a Palazzo Chigi alla stessa ora della conferenza stampa di Conte – potrebbe risentire di una potenziale diaspora interna post-divorzio tra Conte e Grillo. Secondo il retroscena di Labate sul Corriere della Sera, nella telefonata di fuoco il fondatore avrebbe chiarito «Allora, Giuseppe, possiamo fare così. I vicepresidenti del Movimento te li poi scegliere tu, va bene»; la replica però non si è fatta attendere, con l’ex Premier su tutte le furie «Scusa, Beppe, ma i vicepresidenti chi li dovrebbe scegliere, se non il presidente? Questa non mi sembra un’apertura. Nulla di personale con te, credimi. Ma la verità è che hai distrutto il progetto».

L’ANNUNCIO DI CONTE ALLE 17.30

Dovrebbe tenersi alle ore 17.30 la diretta video streaming della conferenza stampa di Giuseppe Conte: dopo 24 ore fitte di dialogo e “pontieri” all’opera, le distanze permangono tra l’ex Premier e Beppe Grillo ma lo spazio di “manovra” sembra ancora esserci. La grave crisi degli ultimi giorni non è per nulla superata e oggi nel primo dialogo con la stampa dopo l’addio dal Governo, con quella “conferenza stampa” (in realtà comunicato senza contraddittorio) fuori da Palazzo Chigi sul banchetto, sarà lo stesso Conte a spiegare nel dettaglio cosa è successo e soprattutto cosa succederà ora per il Movimento 5Stelle. Come già spiegavamo nel focus (che trovate qui sotto, ndr) della vigilia, Grillo avrebbe rinunciato ad alcuni punti contesi con Conte, come quelli relativi alla comunicazione e alle nomine che rimarrebbero in mano al nuovo capo politico; di contro però, rimarrebbe il Garante del M5s e il pericolo “diarchia” sollevato da Conte al momento parrebbe irrisolto.

«Si sta lavorando, il finale non è ancora scritto», spiegano parlamentari M5s all’ANSA, ribadendo l’ormai “abituale” stile Conte-Casalino di arrivare a parlare lasciando notevole “suspence” sull’esito dell’annuncio che farà (avveniva uguale anche per i Dpcm e i provvedimenti del Governo durante la pandemia). Conte parla oggi 17.30, presso la Sala del Tempio di Adriano in Piazza di Pietra a Roma: i “grillini” confidano nell’accordo, i “contiani” invece sono più pessimisti. Non ci resta che attendere, con Palazzo Chigi e Quirinale con più di un occhio interessato alla vicenda per la tranquilla prosecuzione dell’esecutivo Draghi verso la fine legislatura.

CONFERENZA STAMPA: OGGI PARLA CONTE

Una conferenza stampa di Giuseppe Conte in diretta video streaming sui social: sembra di essere tornati indietro di mesi, nel periodo peggiore della pandemia quando una nazione intera “pendeva” dalle dirette (e dai ritardi/cambiamenti all’ultimo dell’uomo ombra Rocco Casalino) dell’allora Presidente del Consiglio. Ebbene, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, anche solo negli ultimi giorni: oggi avrebbe dovuto esserci la conferenza stampa con l’annuncio del nuovo Movimento 5 Stelle, con tanto di statuto restylizzato e prospetto per un imminente voto per Conte leader 5Stelle sulla nuova piattaforma online dopo l’addio a Rousseau.

E invece la lite improvvisa con il garante Beppe Grillo ha rimesso di nuovo tutto in discussione, tanto da vedersi all’orizzonte un possibile ma clamoroso divorzio da un Movimento di cui ancora Conte non era formalmente leader (né tantomeno iscritto). Ieri sera dopo giorni di turbolenze ad alta tensione, la telefonata per tentare di ricucire lo strappo tra Beppe e Beppe: verso un accordo sui nodi “comunicazione” e “nomine”, ma Conte non ha ancora sciolto però le riserve rispetto al suo futuro e solo oggi farà sapere se resterà nel Movimento. Fonti parlamentari del M5s all’Adnkronos assicurano che lo spazio per la trattativa c’è ma «molti nodi non sono stati assolutamente sciolti». I “pontieri” sono al lavoro, Di Maio in testa, per provare a scongiurare una crisi che getterebbe ancor di più nel caos un Movimento passato dal 34% del 2018 al 14% attuale e senza una prospettiva di una nuova leadership politica.

GRILLO VS CONTE: I MOTIVI DELLO SCONTRO

Da Movimento di “protesta” a “partito di sistema”, la trasformazione ‘promessa’ da Giuseppe Conte sembrava pronta a salpare: e invece su diversi punti (rimasti probabilmente ‘latenti’ per mesi ed esplosi all’ultimo) l’accordo pieno tra il garante del Movimento e il suo “leader in pectore” non è stato trovato. Per capire però cosa vi sia realmente sul tavolo della contesa, proviamo a riassumere in punti i possibili “nodi” dello scontro:

statuto M5s: la bozza preparata da Conte non ha convinto per nulla Grillo, «lui ha preso due avvocati e ha scritto un’altra cosa. Me lo ha dato e mi ha detto di non farlo leggere a nessuno. Io l’ho letto e tante cose non andavano». 30 osservazioni fatte da Grillo che di fatto distruggono quasi completamente il lavoro portato avanti da Conte e Casalino

– i poteri del Garante: questo forse il punto di massima divergenza, visto che secondo l’idea dell’ex Premier non dovrebbe più esistere un ruolo come quello del “Garante”, serviva un ruolo meno incisivo per evitare una “diarchia” alla guida del Movimento. «C’era anche scritto che io devo essere “informato”, “sentito”, ma che è ‘sto avvocatese? Le cose si decidono insieme…», ha lamentato Grillo nella riunione con i parlamentari di giovedì scorso dove sarebbe esplosa definitivamente la “bolla” in casa M5s.

comunicazione: nella bozza dello statuto stilata da Conte non è previsto che Grillo si occupi di comunicazione. «Rocco Casalino è bravissimo sulle tv, ma deve rapportarsi anche con me, non solo con il capo politico. Conte deve studiare e imparare cos’è il Movimento. Gli ho detto che io sono un visionario, lui non lo è ed è lui ad aver bisogno di me, non io di lui», è l’accusa mossa da Beppe Grillo, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera

doppio mandato: Conte vuole eliminare il “tetto” dando possibilità ai parlamentari di ripresentarsi alle prossime elezioni, Grillo lo ritiene invece un punto del tutto “inderogabile”. «Io e Conte sul tetto dei due mandati la pensiamo diversamente, ma decideranno gli iscritti. Il codice etico non l’ha ancora finito, ma anche su quello bisognerà pronunciarsi», ha detto l’attuale Garante M5s

rapporti esteri: leggasi, Cina. Grillo ha chiesto di essere il «rappresentante internazionale del Movimento nel mondo» ma per l’ex Premier questo è punto decisamente non accettabile, dato che limiterebbe e non poco la visione e il ruolo di Conte all’estero. Qualche “maligno” mugugna che Conte avrebbe di proposito boicottato l’incontro di Grillo con l’ambasciatore cinese nei giorni del G7 per far risultare il fondatore M5s un “filo-Cina” eccessivo in un’ottica di Italia ancora pienamente Paese Nato

LE “POSIZIONI” NEL M5S

Difficili e molto complicate le posizioni al momento “interne” al Movimento 5Stelle nella faida che rischia di spazzare via un Movimento entrato per la prima volta in parlamento nel 2013. Secondo le ricostruzioni e retroscena di questi ultimi giorni (fonti Repubblica, Corriere e Adnkronos) la “mappa” delle alleanze interne al M5s vedrebbero la seguente distribuzione dei “big” pentastellati:

– con Beppe Grillo: Carla Ruocco, Danilo Toninelli, Vincenzo Spadafora, Davide Crippa (capogruppo Camera)

– con Giuseppe Conte: Stefano Patuanelli, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, Ettore Licheri (capogruppo Senato)

– neutrali-pontieri: Luigi Di Maio, Roberto Fico, Stefano Buffagni

Ieri sera al Fatto Quotidiano l’europarlamentare M5s Dino Giarrusso ha riassunto in poche parole la situazione attuale nel suo partito: «È già stato dolorosa la rottura con Davide Casaleggio, non riesco ad immagine un Movimento senza Grillo ma sinceramente mi sembrerebbe assurdo rinunciare alla figura di Giuseppe Conte, sono fiducioso che alla fine un accordo lo troveranno».