Viene forse pronunciata la parola fine alle polemiche tra il governo Conte e la Regione Lombardia sulla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, in particolare nei comuni focolaio del coronavirus di Alzano Lombardo e Nembro. Il governatore Attilio Fontana, in conferenza stampa, ha infatti dichiarato: “Ho specificato come non ci sia nessun rimpallo di responsabilità col governo. Ho spiegato il percorso e chiarito che in realtà la sera del provvedimento del governo si definiva zona rossa tutta la Regione Lombardia. A quel punto non avevo alcun titolo per intervenire. Noi eravamo convinti che il provvedimento sarebbe stato diverso. Secondo i nostri tecnici giuristi a quel punto non potevo più intervenire”. Poi sulla cosiddetta “Fase 2”, a conferma del dialogo tra le parti è proseguito nonostante le scintille mediatiche, ha dichiarato: “Col governo ho una interlocuzione costante, ho avuto anche un colloquio con Boccia”. (agg. di Dario D’Angelo)



FONTANA: “BASTA POLEMICHE”

Le tensioni e polemiche legate all’emergenza coronavirus hanno stufato il governatore Attilio Fontana. Nelle ultime ore è andato in scena un duro botta e risposta col governo, ma il Presidente della Regione Lombardia non sembra ancora pronto ad abbassare i toni. Ai microfoni di Mattino 5 si è detto stanco di dover «sprecare tempo a rispondere alle polemiche». Durante il collegamento è stato netto: ha definito «squallido» il fatto che «per un po’ di interesse politico queste persone (senza precisare chi, ndr) siano disposte a tutto, ma faranno i conti con la propria coscienza, se mai un giorno si accorgeranno di averne una». Tante le polemiche che lo hanno visto coinvolto, tra cui quella delle mascherine per l’ordinanza con cui obbliga i lombardi a coprire naso e bocca quando escono. Ma c’è quella sulla tardiva creazione delle “zone rosse” nella Val Seriana, anche se il suo assessore al Welfare Giulio Gallera ha fatto oggi un’ammissione che sembra fare definitiva chiarezza sulle responsabilità. (agg. di Silvana Palazzo)



SINDACO NEMBRO “RIMPALLO SCONCERTANTE”

E’ rimpallo di responsabilità fra governo e regione Lombardia, in merito alla mancata chiusura della zona rossa di Nembro e Alzano, nella bergamasca. Roma punta il dito contro la regione governata da Fontana, e viceversa. Una vicenda che ha lasciato basito il primo cittadino del comune di Nembro, Claudio Cancelli, che commentando quanto accaduto nelle ultime ore ha esclamato: “Credo che il cittadino non possa che rimanere sconcertato dal continuo rimpallo di responsabilità tra Regione e Governo che, invece, dovrebbero garantire la sicurezza della nostra salute. Con la modifica del titolo Quinto della Costituzione secondo me dovevano intervenire entrambi”. Da quando è cominciata l’epidemia di coronavirus, sono stati svariati gli scontri fra governo centrale e locale, come ad esempio sull’invio delle mascherine e dei vari dispositivi di protezione per il personale sanitario, ma anche sulle misure restrittive da attuare, con Veneto e Lombardia che si sono mostrate sempre più “dure” rispetto all’esecutivo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GALLERA AMMETTE ERRORE “EFFETTIVAMENTE LEGGE…”

Alla fine Giulio Gallera lo ha ammesso. In un’intervista rilasciata oggi ad “Agorà” su Rai3, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia ha ammesso che poteva essere istituita la “zona rossa” nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro senza “passare” dal governo. Dopo un mese trascorso a negare con forza, l’ultima volta ieri con un comunicato in risposta alle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte in conferenza stampa, ecco il passo indietro. «Ho approfondito e effettivamente c’è una legge che lo consente», ha detto in riferimento al fatto che la Regione Lombardia avrebbe potuto istituire la zona rossa, non il governo. «Quando il 5 marzo sono arrivate le camionette dell’esercito noi eravamo convinti che sarebbe stata attivata» dal governo, quindi «non avrebbe avuto senso per noi fare un’ordinanza». Poi il governo l’ha fatta per tutta la regione. Approfondendo la questione, dunque, si è reso conto dell’esistenza della legge 833 del 1978, che al comma 1 dell’articolo 2 stabilisce che «il ministro della Sanità può emettere ordinanze di carattere contenibile e urgente in materia di igiene e sanità pubblica». Ma in queste stesse materie «sono emesse dal presidente della giunta regionale o dal sindaco ordinanze di carattere contenibile ed urgente, con efficacia estesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale». (agg. di Silvana Palazzo)

CONTE CONTRO LOMBARDIA SU ZONA ROSSA ALZANO-NEMBRO

Il terreno dello scontro tra il governo e la Regione Lombardia ora è Alzano-Nembro. Con una nota il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha replicato alle polemiche sulla tardiva zona rossa che è stata istituita nei due comuni bergamaschi. «Se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano e Nembro zona rossa in piena autonomia», dopo i primi casi di coronavirus. Il premier, inoltre, ha precisato che «non vi è argomento da parte della Regione Lombardia per muovere contestazioni al governo nazionale o ad altre autorità locali». Nella nota vengono citati anche degli esempi: «Si fa presente che le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti. Al pari di quanto hanno fatto altre Regioni come il Lazio, la Basilicata e la Calabria». Queste Regioni, ha aggiunto Conte, con ordinanza hanno creato delle “zone rosse” limitatamente al territorio di specifici comuni.

GALLERA AVEVA DETTO “NON RIENTRA IN NOSTRE COMPETENZE”

Nella giornata di oggi l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, replicando in conferenza stampa ad un articolo del Corriere della Sera, ha attribuito le responsabilità della vicenda Nembro-Alzano al governo. «Era lo Stato che doveva farlo» perché «non rientra nelle competenze istituzionali e costituzionali delle Regioni disporre delle forze dell’ordine e delle forze armate». La costituzione di una “zona rossa” con divieto di accesso e uscita, con lo stop di tutte le attività produttive, «doveva e poteva essere fatta dal governo, solo loro avevano il potere». Su questo l’assessore ha insistito: «La zona rossa prevede che quell’area venga blindata come è avvenuto a Codogno, con forze dell’ordine che hanno chiuso tutti gli accessi e chiuso tutte le attività produttive. Questi due elementi non rientrano nella facoltà della Regione. Noi non possiamo chiudere le attività commerciali». Nell’articolo in questione del Corriere della Sera, si contestava alla Regione Lombardia il fatto di non aver mai chiesto in modo ufficiale l’istituzione di una zona rossa.