Il premier Giuseppe Conte ha preso le difese del commissario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri nella conferenza stampa con cui ha presentato il Dpcm sulle riaperture. Lo ha fatto anche con toni molto duri, non senza una gaffe, salvo poi provare a cavarsela con uno «scherzi a parte» per stemperare quella tensione che rischiava di alzarsi con i giornalisti. «Oggi ha annunciato l’aumento della fornitura delle mascherine per le farmacie, ma sulla questione c’è ancora confusione. Quelle a prezzo calmierato sono introvabili. Secondo lei Arcuri è venuto meno ad uno dei suoi compiti principali e quindi deve fare un passo indietro oppure no?», ha chiesto un giornalista. È seguita la risposta un po’ piccata del presidente del Consiglio. «Prima di valutare il suo operato la inviterei a porsi nelle sue condizioni, a ripercorrere il lavoro che ha dovuto fare dall’inizio, quando si è scatenata la pandemia». Poi ha aggiunto: «Nei primi giorni ero anche io alla Protezione civile per rendermi conto di persona della situazione. Era pressoché impossibile trovare un ventilatore, procacciarsi una partita di mascherine. Quello che ha fatto Arcuri? I numeri parlano chiaro».



GIUSEPPE CONTE, TENSIONE IN CONFERENZA STAMPA

Quei numeri, spiega il premier Giuseppe Conte, sono trasparenti e disponibili sul sito della Protezione civile. Ed è a questo punto che si scalda: «Se lei ritiene di poter far meglio, la terrò presente… spero che non possa succedere». Proprio mentre pronuncia queste parole, fa retromarcia. Forse consapevole delle polemiche che avrebbe generato questa sua reazione, riabbassa i toni: «Scherzi a parte, è veramente un impegno faticoso. Non sottovaluterei la qualità del suo operato». Ma non sono mancate le frecciatine nel corso della sua conferenza stampa. «Sono stato tacciato di essere dittatore, paternalista, di essere illiberale. Quindi mi sembra che la faccia questo governo la metta sempre». Evidente il riferimento alle critiche dell’opposizione riguardo il suo operato e quello del suo governo. A proposito dell’opposizione ha anche detto: «Parlo e ascolto fino alla fine, non vado mai via prima. A volte, non sempre, da qualche intervento ricevo stimoli a far meglio».

Leggi anche

TRA CENTRO E PD/ Renzi, Ruffini, Sala, il “ragù” che piace (poco) a SchleinSala boccia il campo largo: “nessun tentativo di serio programma comune”/ “Serve vero centro: io federatore…”