Ieri Giuseppe Conte ha lasciato definitivamente Palazzo Chigi dopo oltre 2 anni da Presidente del Consiglio e già i retroscena sui quotidiani provano a “intercettare” le possibili scelte future di uno dei leader politici al momento più amato (secondo i sondaggi) nel Paese. Secondo il Fatto Quotidiano, di certo il più “informato” nelle vicende “contiane”, è ben poco credibile l’idea che posa tornare a vita privata con la cattedra di diritto all’Università di Firenze: piuttosto, la vendetta è un pasto da gustarsi molto freddo e potrebbe essere che l’idea di rientro in politica avvenga nel tempo con un ruolo di lenta ma costante “presa” del vertice di uno (o forse più) dei partiti di Centrosinistra.



Con un Movimento 5Stelle allo sbando negli ultimi giorni – per la spaccatura fortissima tra Di Battista-Lezzi-Toninelli e una decisa base parlamentare contro la linea pro-Draghi dei vertici Grillo-Crimi-Di Maio – potrebbe essere proprio la figura di Conte a “riunire” i cocci per i prossimi mesi e piazzare quanto promesso nella suo ultimo discorso sul “tavolino” fuori Palazzo Chigi: «Mi rivolgo agli amici del MoVimento 5 Stelle: io ci sono e ci sarò. Come pure dico agli amici del Pd e di Leu: dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme perché il nostro progetto politico che ho sintetizzato nella formula ‘alleanza per lo sviluppo sostenibile’ è un progetto forte, concreto, che aveva già iniziato a dare buoni frutti».



IL “COMMIATO” E IL RITORNO

Conte leader del M5s per poi puntare alla leadership più ampia del Centrosinistra contro il duopolio Salvini-Meloni e contro l’ipotesi di agglomerato centrista cui punta Matteo Renzi: una fantapolitica al momento, ma non distante dal piano che potrebbe avere in mente il due volte ex Presidente del Consiglio dei Ministri. «Nessuno crede davvero che ci si dedichi a tempo indeterminato. Per il momento è diventato ufficiale quello che non farà: il ministro», scrive il retroscena di Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano. «Insieme a tanti preziosi compagni di viaggio abbiamo contribuito a delineare un percorso a misura d’uomo, volto a rafforzare l’equità, la solidarietà, la piena sostenibilità ambientale. Il mio impegno e la mia determinazione saranno votati a proseguire questo percorso. La chiusura di un capitolo non ci impedisce di riempire fino in fondo le pagine della storia che vogliamo scrivere», ha scritto Giuseppe Conte nel suo messaggio di “commiato” ieri su Facebook dove ancora si delinea l’idea di uno sviluppo futuro di un’alleanza ben più ampia che parta da M5s e arrivi anche a Pd e LeU.



Nello stesso scritto, Conte lancia nuove “frecciate” ai suoi detrattori che lo avrebbero spodestato (Renzi, ma anche i partiti del Centrodestra) «necessario che ognuno di noi partecipi attivamente alla vita politica del nostro Paese e si impegni, in particolare, a distinguere la (buona) Politica, quella con la – P – maiuscola, che ha l’esclusivo obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalla (cattiva) politica, intesa come mera gestione degli affari correnti volta ad assicurare la sopravvivenza di chi ne fa mestiere di vita». Non sono parole di chi è pronto a fare il professore, piuttosto di chi “mira” a qualcosa di più con un “piatto di vendetta” che andrà gustato, ancora una volta, inevitabilmente freddo. Sarà però altrettanto accettato e condiviso anche dagli elettori?