Il saluto dei dipendenti di Palazzo Chigi a Giuseppe Conte mentre, mano nella mano con la fidanzata Olivia Paladino, andava via dopo la consegna della campanella a Mario Draghi non è stato un tributo “esclusivo”. Anzi, a Palazzo Chigi si usa applaudire dalle finestre. L’episodio è stato “romanzato”, ma in realtà è una prassi molto nota, che fa quasi parte per questo del cerimoniale, seppur ufficiosamente. Per questo alcuno ora parla di «ennesima favola di Rocco Casalino, regista e narratore nemmeno troppo discreto, che fino alla fine ha voluto mettere la sua firma sul governo Conte», scrive ad esempio Il Giornale. Di precedenti ce ne sono diversi, anche se la ripresa di Conte è stata più curata.



Eppure solo due anni fa, nel 2018, veniva salutato allo stesso modo Paolo Gentiloni che ringraziava con discrezione prima di salire in auto con la moglie per uscire da Palazzo Chigi. Ma ci sono anche i casi di Enrico Letta e Matteo Renzi, anche questi presenti su YouTube. Si trova pure il saluto a Silvio Berlusconi, che ricambiò commosso all’applauso lungo dei commessi e impiegati di Palazzo Chigi. Era il 2011, quindi dieci anni fa. (agg. di Silvana Palazzo)



GIUSEPPE CONTE IN CARICA 509 GIORNI

Si è dunque conclusa l’esperienza da presidente del Consiglio da parte di Giuseppe Conte, che proprio quest’oggi ha lasciato ufficialmente l’incarico, contestualmente all’insediamento del nuovo Governo Draghi con annesso giuramento e scambio di campanella fra premier. Al di là del messaggio d’addio scritto da Conte sui propri profili social e dei lunghi applausi che hanno accompagnato la sua uscita da Palazzo Chigi, ci sono i numeri a riassumere il suo operato: l’esecutivo giallorosso è rimasto in carica per 509 giorni, sino alle dimissioni del premier, rassegnate lo scorso 26 gennaio.



Rammentiamo, peraltro, che ieri, nell’ultimo Consiglio dei Ministri, il Governo Conte Bis ha dato il via libera alla proroga dello stop agli spostamenti tra regioni, a prescindere della colorazione assunta da ciascuna di esse, sino a giovedì 25 febbraio compreso. Di fatto, è stato questo l’ultimo provvedimento dell’esecutivo che si è congedato nelle ultime ore e che per dodici mesi si è trovato costretto a rapportarsi con la difficile emergenza sanitaria dettata dalla pandemia di Coronavirus. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

GIUSEPPE CONTE, MESSAGGIO DI ADDIO

Giuseppe Conte è ai saluti. L’ormai ex presidente del Consiglio si è congedato con un lungo post social dopo il giuramento del nuovo governo e lo scambio della campanella con Mario Draghi. Il giurista, in carica da oltre due anni e mezzo, ha voluto ringraziare tutti per il sostegno ricevuto ma anche per le critiche. E non è finita qui: lasciata la poltrona di Palazzo Chigi, l’avvocato di Volturara Appula ha rivelato che il suo impegno proseguirà…

«Ho lavorato nel “Palazzo”, occupando la “poltrona” più importante. Ma tra i corridoi e gli uffici di Chigi, anche alla fine delle giornate più dure e dopo le scelte più gravose, ho sempre avvertito l’orgoglio, l’onore e la responsabilità di rappresentare l’Italia. Sono grato a Voi per il sostegno e l’affetto, che ho avvertito forti e sinceri in questi 2 anni e mezzo. Ma vi sono grato anche per le critiche ricevute: mi hanno aiutato a migliorare, rendendo più ponderate le mie valutazioni e più efficaci le mie azioni», le parole di Giuseppe Conte.

GIUSEPPE CONTE: “IL MIO IMPEGNO PROSEGUIRÀ”

Giuseppe Conte ha elogiato la forza e il coraggio mostrato degli italiani durante la lotta con la pandemia, ribadendo che ogni ostacolo può essere superato grazie ad azione, impegno e responsabilità. «Io stesso ho cercato di far tesoro di questa esperienza, pur con i miei limiti, ma – vi assicuro – con tutto il mio impegno e la mia massima dedizione», la sottolineatura dell’ex premier. «Da oggi non sono più PdC», ha proseguito il giurista vicino al Movimento 5 Stelle: «Torno a vestire i panni di semplice cittadino. Panni che in realtà ho cercato di non dismettere mai per non perdere il contatto con una realtà fatta di grandi e piccole sofferenze, di mille sacrifici ma anche di mille speranze che scandiscono la quotidianità di ogni cittadino. […] Il mio impegno e la mia determinazione saranno votati a proseguire questo percorso. La chiusura di un capitolo non ci impedisce di riempire fino in fondo le pagine della storia che vogliamo scrivere. Con l’Italia, per l’Italia. Grazie».