Giuseppe Conte muscolare ai microfoni di Radio 24, durante il programma “24 Mattino Estate”. Alle prese con i diversi addii e con i parecchi malumori interni, il leader del Movimento 5 Stelle è pronto a esporsi in prima linea al voto del 25 settembre. “C’è l’ipotesi che io sia capolista in più collegi”, il suo annuncio: “Ci metto la faccia, ci metto la faccia per primo: i cittadini mi ritroveranno in più circoscrizioni per garantire i valori e i principi del Movimento”.
Giuseppe Conte si è poi soffermato sulla decisione di Alessandro Di Battista di non candidarsi alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle. Come sappiamo, l’ex parlamentare non ha risparmiato frecciatine al garante Beppe Grillo e ad altri volti di spicco del mondo pentastellato, a partire da Fico. Il leader M5s ha spiegato che i due si sono parlati molto francamente: “Su alcune questioni politiche internazionali non siamo d’accordo e non ci ritroviamo”.
GIUSEPPE CONTE, L’AFFONDO CONTRO LA MELONI
“Ho spiegato a Di Battista che oggi il M5s è un movimento strutturato, dove c’è una linea politica che bisogna condividere”, ha spiegato Giuseppe Conte nel corso del suo intervento: “Se non la si condivide, ovviamente nascono delle difficoltà. Lui ha delle opinioni diverse, quindi c’è una questione politica. Poi le questioni personali le lascio a lui, visto che fanno parte della sua storia personale. Mi interessano meno”. Per quanto riguarda la politica estera, Giuseppe Conte ha spiegato che la collocazione euro-atlantica del M5s non è stata e mai sarà in discussione, ma è “importante la postura che si tiene all’interno di questa collocazione”: “Io non prendo ordini da Washington. Io sono l’unico leader politico che, quando ha governato e quando si presenta adesso per la campagna elettorale, non va a Washington a prendere ordini, perché è importante come si sta in questi consessi internazionali. Io sono leale con tutti i nostri alleati, ma io difendo gli interessi nazionali in modo reale. Non faccio come la Meloni che va a Washington e si va a raccomandare per cercare di governare. E poi parla sempre di interesse nazionale – l’affondo di Giuseppe Conte – Do per scontato che non siamo un Paese a sovranità limitata”.