Uno “avanza”, l’altro smentisce: il “duopolio” che ha retto la comunicazione del Governo negli ultimi due anni – Rocco Casalino e Giuseppe Conte – hanno “colpito” ancora anche se non più inquilini a Palazzo Chigi. Il primo al Corriere della Sera lascia intendere nettamente un possibile futuro in politica, magari come federatore dell’alleanza di Centrosinistra; il secondo invece, intercettato fuori dal Parlamento dal Fatto Quotidiano, smentisce un imminente ruolo politico e spiega come ritornerà ad insegnare tra qualche giorno.
In attesa di capire il reale futuro dell’ex Premier, Conte ha sottolineato l’importanza di quelle parole dette in neanche 2 minuti fuori Palazzo Chigi il giorno delle dimissioni: «perno dell’alleanza per lo sviluppo sostenibile con 5Stelle, Pd e Leu? Quello è un progetto che io non ho declamato a caso, ma è un progetto che abbiamo iniziato a realizzare e che ha già prodotto dei risultati e altri vanno ancora realizzati». Per l’avvocato del popolo il progetto “federativo” resta comunque centrale, «credo molto sia da politico che da provato cittadino e da ex presidente del Consiglio. A questo progetto continuerò a dare il mio contributo nelle modalità anche decideremo insieme».
IL FUTURO DI CONTE
Casalino oggi al Corriere ha spiegato che con Conte in campagna elettorale si potrebbero fare “cose incredibili”, anche perché «lui rimane unico, arriva al cuore della gente»: ma l’ex Presidente allontana (per il momento) la lusinga e ribadisce al Fatto «Il mio futuro politico? Ora il mio futuro immediato sarà il rientro come professore all’Università. È terminata l’aspettativa quindi tornerò a Firenze». Secondo Conte i modi per partecipare alla vita politica «sono molti» ma non scioglie oggi tutti i legittimi dubbi su cosa potrà fare “da grande” l’attuale professore di diritto privato all’Università di Firenze. «Ci sono tanti modi per partecipare alla vita politica: lo vedremo insieme agli amici con cui abbiamo lavorato e ai compagni di viaggio», conclude l’ex, due volte, Presidente del Consiglio. Di certo, come ragionava oggi il suo portavoce Casalino, per un futuro da leader M5s potrebbe avere non pochi problemi se dovesse passare il voto su Rousseau (domani, ndr) sul nuovo statuto che apre ad un “direttorio” da 5 capi-partito in sostituzione del ruolo di “unico capo politico”.