Un discorso di 44 minuti per la Camera e identico per il Senato, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto oggi la sua quarta informativa urgente sull’emergenza Covid-19 dall’inizio della pandemia illustrando però quest’oggi il piano per la ripresa del Paese, toccando punto per punto gli ultimi tre Decreti del Governo. Il Dl quadro sulle riaperture, il Dpcm attuativo e il Decreto Rilancio, la maxi manovra da 55 miliardi deputata della ripresa economica per l’intero Paese: ha usato toni pacati e affrontato i temi sia economici che sanitari, annunciando che «con cautela, possiamo dire che il peggio ce lo siamo lasciati alle spalle. Ma questo lo dobbiamo ai cittadini che hanno modificato i loro stili di vita».
Ora per il Premier Conte si tratta di «riavviare il motore economico e produttivo dopo aver superato la fase più acuta dell’emergenza ma la sfida è ancora più difficile»; per farlo però il Presidente del Consiglio si rivolge ai giovani, in particolare a quelli che negli ultimi giorni hanno affollato i centri delle città finalmente liberi dopo più di 2 mesi di lockdown «Non è tempo di movida o party». Nel lungo discorso al Parlamento, Conte introduce così la nuova fase 2: «ritengo possibile, anzi doveroso, compiere una scelta coraggiosamente indirizzata verso un rapido ritorno alla normalità. Siamo nella condizione di affrontare la fase 2 con fiducia e responsabilità». Nella sua informativa poi il Premier ha toccato più volte il tema delle banche e dei prestiti alle imprese: «il sistema bancario che può e deve fare di più. In particolare per agevolare i prestiti sostenuti da garanzia pubblica, la norma consente infatti di erogare prestiti nel giro di 24 ore». Su questo passaggio sono scattate in piedi le opposizioni lamentando che questo in realtà non sta avvenendo praticamente in nessuna parte d’Italia: non è stato l’unico momento di tensione in Aula, come evidenzia lo spiacevole caso Ricciardi-Volpi-Fico che spieghiamo in questo focus.
CONTE E LE “3 T”: L’INFORMATIVA IN PARLAMENTO
«Il rischio dell’aumento della curva epidemiologica è calcolato
», ha spiegato ancora il Presidente del Consiglio Conte nel testo esposto tanto alla Camera quanto al Senato, perciò per la fase 2 «siamo consapevoli che quella che abbiamo davanti è la sfida più difficile e non meno insidiosa di quella affrontata dall’inizio dell’emergenza quando siamo stati costretti a introdurre misure contenitive sempre più severe ed estese a tutto territorio nazionale. Per tutelare il bene primario, la salute la vita e integrità fisica siamo stati costretti a limitare gli spostamenti e imporre un distanziamento e bloccare ogni attività».
Dopo aver illustrato tutti i principali passaggi dell’ultimo Dpcm e del Dl Rilancio, Il fulcro dell’intervento in Parlamento ha poi visto l’esposizione sul potenziamento delle famose “3 T” (tamponi, test, tracciamento con App Immuni) per poter guidare il Paese a convivere con il coronavirus: il premier ha chiarito che dal «25 maggio verranno eseguiti test sierologici su base volontaria e saranno su un campione di 150mila abitanti. Soprattutto in questa fase è importante l’uso dei test molecolari, il commissario ha avviato una richiesta per l’offerta di kit per ulteriori 5 milioni di test e 59 aziende hanno presentato proposte».
Non solo, sottolineando l’importanza dei tamponi già fatti nel nostro Paese («3 milioni 171.719 tamponi, collocando il nostro paese al primo posto per numero di tamponi per abitante») ha poi annunciato l’imminente esordio dell’App Immuni: «il governo ha introdotto una disciplina per realizzare la app Immuni nel pieno rispetto della privacy e della sicurezza nazionale. Nei prossimi giorni partirà la sperimentazione su questa nuova applicazione, i dati verranno usati solo per la tracciabilità del virus».
SCUOLA, BUROCRAZIA E FAMIGLIA
Infine Conte ha spiegato nella sua informativa l’importanza di aver messo «in sicurezza la rete di protezione sociale», prima di rilanciare l’economia con i prossimi step contenuti nel Dl Rilancio e nel prossimo Decreto in rampa di lancia con la semplificazione anti-burocrazia: «ci sarà un iter semplificato su un elenco di opere strategiche con poteri derogatori ma senza che ciò faccia venir meno i controlli più rigorosi che assicurino piena trasparenza ed evitino infiltrazioni mafiose». Riguardo al tema della scuola, il Presidente del Consiglio in Parlamento ha ribadito l’impegno del Governo a riaprire da settembre: «la gestione del rientro a settembre comporterà ingenti costi di organizzazione e le scorse settimane ci hanno mostrato l’importanza di aumentare la digitalizzazione dei nostri istituti e della nostra didattica. Proprio a questo fine stanziamo 1 miliardo e 450 milioni di euro in due anni a beneficio della scuola».
Sul tema della famiglia invece, “occhiolino strizzato” a Italia Viva e alla richiesta finora non ascoltata sul Family Act: «Dobbiamo proseguire il lavoro già avviato in vista del Family Act, coordinato dalla Ministra Bonetti, che ci potrà permettere di potenziare ulteriormente le misure economiche a sostegno della famiglia e della natalità. Al contempo, dovrà aumentare l’impegno del Governo nel promuovere al massimo grado l’accessibilità, con particolare attenzione all’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati».
Importante e non senza conseguenze polemiche immaginiamo per i Paesi Ue, l’appello rivolto agli italiani per le imminenti vacanze estive: «cittadini italiani, fate le vacanze in Italia. Non mi sfugge la gravità di questa crisi, testimoniata anche da gesti forti come la consegna delle chiavi da parte dei piccoli imprenditori. E’ una prova molto dura dalla quale ci rialzeremo in fretta se ognuno farà la propria parte».