Giuseppe Conte conclude l’esperienza del Governo gialloverde (qui il video della diretta) nel suo attesissimo intervento al Senato e attacca duramente il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, nel corso di un discorso di quasi un’ora nel corso del quale il premier non solo ha fatto un consuntivo dell’azione dell’esecutivo nel suo anno e mezzo di vita ma ha ripercorso le ultime tappe di questa crisi agostana apertasi irritualmente al “Papeete” di Milano Marittima. “Caro Ministro, caro Matteo” ha cominciato il Presidente del Consiglio, rivolgendosi direttamente al vicepremier leghista spiegando i motivi per cui l’azione del Governo da lui presieduto si conclude oggi, annunciando pure che andrà a rimettere il mandato al Presidente della Repubblica. In particolare, Conte ha voluto smontare la propaganda del Carroccio secondo cui quello dell’esecutivo gialloverde sia stato “Il Governo dei No”, ricordando che in questo modo chi lo dice “ha macchiato 14 mesi di intensa attività con questa grancassa mediatica”. Poi la stoccata a Salvini: “Hai invocato le piazze e chiesto pieni poteri, la tua concezione dello Stato preoccupa, dato che noi non abbiamo bisogno di uomini con pieni poteri ma con senso delle istituzioni: caro Matteo, non hai dimostrato cultura della regole” ha rincarato la dose il premier.
GIUSEPPE CONTE, DURO DISCORSO CONTRO SALVINI
L’intervento del premier Giuseppe Conte è stato dunque un vero e proprio attacco diretto al Ministro dell’Interno Matteo Salvini, tra citazioni colte e riportando anche le parole dello stesso leader del Carroccio, affondando il colpo soprattutto quando ha parlato della sua concezione delle piazze da mobilitare che preoccupa e che “ha compromesso gli interessi nazionali” in favore dei suoi. “Non hai cultura delle regole e carenza pure di cultura istituzionale” ha proseguito il Primo Ministro, senza tralasciare pure il Russia-gate che a detta di Conte, ricordando inoltre come sia stato lui al posto di Salvini a riferire alle Camere, ha danneggiato l’Italia. E mentre il vice-premier, seduto alla sua destra, invitava i suoi nei loro banchi a non interrompere il discorso del Presidente del Consiglio ma reagendo con smorfie e sorrisini alle parole del Professore, c’è stato anche il tempo per criticare l’uso pubblico che Salvini farebbe dei simboli religiosi: “Chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare di accostare agli slogan politici i simboli religiosi: non è una questione di coscienza ma di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e di oscurare il principio di laicità alla base dello Stato Moderno”.