Non si sono placate le polemiche attorno alle dichiarazioni di Giovanni Luca Cannata, sindaco di Avola che a Radio FmItalia aveva parlato delle categorie da vaccinare con priorità. «Perché un malato oncologico è più a rischio di me? Lui può stare a casa ed evitare di avere contatti», aveva dichiarato infatti il politico di Fratelli d’Italia. Ora torna protagonista per una lite con Giuseppe Cruciani, che lo ha intervistato insieme a David Parenzo ai microfoni de “La Zanzara” su Radio 24 (qui audio). Lui ha provato a difendersi, spiegando che quella frase era stata estrapolata dal contesto. Inoltre, ha precisato che lui comunque il vaccino lo avrebbe fatto per ultimo. Ma i due conduttori non ci hanno creduto, quindi gli hanno chiesto di dimettersi e scusarsi.



Così è scoppiata la lite in diretta radiofonica. «Come sta? Lei è stato massacrato in queste ore per una frase che ha detto, lei però quella frase l’ha detta», esordisce Giuseppe Cruciani. «Non lo stiamo inquadrando il tema allora», la replica del sindaco di Avola.

CRUCIANI E PARENZO CONTRO SINDACO AVOLA

«Ma lei ha ragione a dire che lei è anche a rischio perché gira», la premessa di Giuseppe Cruciani a Radio 24. «Lei ha sentito solo la frase, deve sentire venti minuti», il suggerimento invece di Giovanni Luca Cannata. «Li ho sentiti, lei ha detto che non vuole nessun privilegio. Ma lei ha detto chiaramente che il malato non è più a rischio di lei. Quella frase lì è una vergogna, si può dire chiaramente?», lo incalza allora il conduttore de “La Zanzara”. Ma il sindaco di Avola non ne vuole sapere di essere sul asco degli imputati: «È una super vergogna se la tieni sol così, se l’ascolti nell’interezza dell’intervista è contestualizzata». Quando poi il conduttore radiofonico gli chiede il motivo per il quale non si è scusato con i malati oncologici, lui si oppone: «Per cosa devo scusarmi? Ho detto che vengono prima di me, due volte». A questo punto Giuseppe Cruciani comincia a ripetere continuamente che deve chiedere scusa, mentre David Parenzo lo invita a dimettersi: «Si dimetta, faccia una bella figura, un gesto di dignità. Lei si deve dimettere, fa più bella figura, mi dia retta».



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