Duro attacco del noto giornalista e conduttore del programma radiofonico La Zanzara, Giuseppe Cruciani, nei confronti di Paola Egonu, nota pallavolista della nazionale italiana nonché terza co-conduttrice del Festival di Sanremo 2023. La Egonu ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno fatto storcere il naso allo stesso Cruciani: “A quattro anni ho capito di essere diversa – aveva raccontato pochi giorni fa la pallavolista – ero all’asilo e, con un mio amichetto, stavamo strappando l’erba del giardino: ci facevano ridere le radici. La maestra ci ha messo in castigo”.
“Per tre volte – ha continuato – le ho chiesto di andare in bagno. Per tre volte mi ha risposto di no. Alla fine ci sono andata di corsa, senza permesso. Troppo tardi: mi ero fatta tutto addosso. La maestra mi ha riso in faccia: “Oddio, fai schifo! Ma quanto puzzi!”. Giuseppe Cruciani ha voluto bacchettare la stessa atleta, parlando così in diretta radiofonica su Radio24: “C’è una signora che si chiama Paola Egonu che gioca in Turchia, non proprio un modello per i diritti umani, che sostiene di aver paura di mettere al mondo un figlio nero a causa del razzismo in Italia”.
GIUSEPPE CRUCIANI VS PAOLA EGONU: “DESCRIVE L’ITALIA COME L’ALABAMA…”
Al giornalista, spesso e volentieri opinionista tv di varie trasmissioni Mediaset, non è piaciuto il modo con cui Paola Egonu ha descritto l’Italia: “Descrive l’Italia come l’Alabama. Racconta che alla madre servono freddo il caffè al bar. Di contro, viene strapagata, omaggiata da chiunque. È una delle conduttrici del Festival di Sanremo”. Quindi Cruciani ha proseguito la sua disamina così, imprecando: “La mia prima sensazione è: ma che ca*zo vuole?”.
E ancora: “Quale è il paese che le ha consentito, per meriti naturalmente, ma qualcosa ci ha messo anche questo Paese, di essere omaggiata e diventare una campionessa? Dove è l’Alabama? A Sanremo?”. Dichiarazioni che ovviamente hanno scatenato un acceso dibattito fra chi si è schierato dalla parte dello stesso giornalista e chi invece ha voluto difendere Paola Egonu, ritenendo la stessa vittima di razzismo in Italia.