Si è suicidato il medico Giuseppe De Donno, padre della cura del plasma iperimmune contro il Covid. Tra le reazioni quella del segretario della Lega, Matteo Salvini: “Non ci volevo credere. Perdiamo una bella persona, un grande medico, che durante il Covid ha lottato come un leone per salvare centinaia di vite, spesso contro tutto e tutti. Buon viaggio Giuseppe, lasci un vuoto grande”. Un altro leghista, Claudio Borghi, ha scritto su Twitter: “Un disastro… Aveva lottato per le cure contro il covid dal primo minuto. Aveva salvato centinaia di vite. Medicina mantovana in lutto, De Donno si è tolto la vita”.
Il direttore di Asst di Mantova, Raffaello Stradoni, ha detto: “Siamo sinceramente allibiti. Ho avuto modo di conoscere di persona e confrontarmi più di una volta con De Donno e devo dire che era una persona davvero squisita: onesto fino in fondo, si è sempre speso per la verità e per gli altri”. Poi aggiunge: “Durante la prima ondata del Covid aveva dato il meglio di se stesso ed era davvero apprezzato sia dai colleghi medici che dalle centinaia di pazienti che hanno avuto a che fare con lui. Aveva investito moltissimo anche nelle ricerche sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. L’abbandono del plasma per altre cure per lui è stato sicuramente un colpo decisamente difficile da gestire”. (aggiornamento di Andrea Murgia)
Giuseppe De Donno si è suicidato, inventò la terapia anti Covid al plasma iperimmune
Giuseppe De Donno si è suicidato: lo pneumologo conosciuto per aver messo a punto la terapia anti Covid al plasma iperimmune, in prima linea in particolare nei primi mesi di lotta alla pandemia, si è tolto la vita. Questa la notizia trapelata nella serata di martedì 27 luglio. Il medico aveva recentemente lasciato il ruolo di primario di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, ricoprendo il ruolo di medico generale a Porto Mantovano. “L’esperienza del Covid mi ha cambiato – aveva confessato durante la diretta Facebook ringraziando il direttore generale dell’Asst Raffaello Stradoni – e da oggi cambio vita“. Non si conoscono i motivi che l’hanno portato al tragico gesto ma chi conosceva bene De Donno sapeva come l’esperienza della pandemia, in prima linea tra i malati di Covid in ospedale, aveva scavato un solco profondo nel suo animo. “Sono stanco – aveva recentemente confessato agli amici – stanco dei troppi attacchi che ho subito, stanco che ancora oggi che sono uscito dall’ospedale continuo a ricevere, anche da parte di colleghi“. Motivo del contendere, proprio la terapia al plasma iperimmune studiata per salvare i malati più gravi di Covid.
GIUSEPPE DE DONNO, MEDICO IN PRIMA LINEA CONTRO IL COVID
Giuseppe De Donno si è tolto la vita a 54 anni nella sua abitazione di Curtatone. Con la sperimentazione del plasma iperimmune era salito alla ribalta delle cronache nei giorni più duri della pandemia, ottenendo visibilità mediatica nazionale e internazionale ma finendo anche nell’occhio del ciclone delle polemiche, con molti colleghi per nulla convinti dell’efficacia della terapia. Su Rai 1, a Porta a Porta, era finito in primo piano un suo duro scontro con il professor Giuseppe Ippolito dello Spallanzani di Roma. Anche sui social De Donno era sempre molto attivo, capace di sfruttare al meglio questo mezzo di comunicazione ma il lavoro in ospedale era arrivato anche ad occupare 18 ore al giorno. Stanchezza e angoscia, stando alle persone a lui più vicine, avevano cominciato a farsi strada, fino al tragico epilogo del suicidio sul quale ora si cercherà di fare chiarezza. Al momento non sono stati ritrovati biglietti o indizi per spiegare il suicidio del medico.