Giuseppe e Giovanni, fratelli di Totò Schillaci: la comune passione per il calcio

Il mondo del calcio è in lutto per la morte di Totò Schillaci, storico ex calciatore di Messina, Juventus e Inter e bomber della Nazionale ai Mondiali di Italia ’90. Se ne va una delle leggende del pallone che, proprio in quell’edizione dei Mondiali, fece sognare tutto il Paese per le sue prestazioni che lo portarono ad essere eletto capocannoniere nonché miglior giocatore della competizione. La sua storia personale parte però da Palermo, città nella quale è nato e cresciuto assieme a due fratelli e una sorella, nel quartiere di San Giovanni Apostolo.



Fu lì che iniziò a nutrire il sogno di diventare calciatore, una passione condivisa anche con i fratelli Giuseppe e Giovanni; di loro non si conoscono molte informazioni e la loro carriera è meno nota rispetto a quella di Totò, ma anche loro sono appassionati di calcio. Il fratello minore Giuseppe, nello specifico, ha militato nella squadra della Fermana nella stagione 1990-1991; l’altro fratello più giovane, Giovanni, ha invece sostenuto da ragazzo un provino per la Juventus, squadra nella quale alla fine militò lo stesso Totò.



Totò Schillaci: “Famiglia modesta, tre fratelli e una sorella

Totò Schillaci, assieme ai fratelli Giuseppe e Giovanni e alla loro sorella, è dunque cresciuto a Palermo e lì inizio a giocare nelle giovanili della squadra di quartiere dell’AMAT Palermo. L’ex bomber della Nazionale di Italia ’90 era di modeste origini e, in una vecchia intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, aveva dichiarato: “Giocavo sull’asfalto del quartiere CEP, uno dei più popolari e difficili di Palermo. Famiglia modesta, tre fratelli e una sorella, papà faceva il muratore“.



Schillaci aveva così ricordato il supporto sempre ricevuto dal padre, che vedeva nei suoi occhi il sogno di diventare un calciatore: “Era il mio primo e più grande tifoso, mi ha accompagnato dappertutto pur di farmi giocare. Io ho cercato di aiutare: ho fatto il gommista, il garzone di pasticceria, l’ambulante… Ho smesso quando mi prese il Messina“.