Le clamorose accuse di Loredana Berté al padre Giuseppe: “Avrei voglia di urlare”
Giuseppe Berté e Maria Salvina sono stati i genitori di Mia Martini. Il padre, Giuseppe, è scomparso da un paio d’anni e di certo non si può dire che la sorella di Mia, Loredana Berté, senta la sua mancanza. In diverse occasioni infatti la cantante ha descritto il padre come una persona estremamente violenta e attribuisce alle sue azioni alcuni traumi del passato. A quanto pare non era nemmeno entusiasta della carriera intrapresa da Mimì, ma questo stando ai racconti della Bertè è sempre stato il ‘male minore’.
Infatti, a suo dire, papà Giuseppe avrebbe spesso oltrepassato i limiti nel rapporto con le sue figlie, al punto che dopo la morte di Mia Martini, Loredana cominciò a formulare gravi sospetti nei confronti del padre a cui Mimì si era avvicinata dopo tanti anni di lontananza. “Quando mi chiedono perché sia così sicura che sia stata lui ad uccidere mia sorella, resto in silenzio, anche se avrei voglia di urlare“, ha raccontato glaciale la cantante.
Loredana Berté traumatizzata dai ricordi legati al padre Giuseppe: “Era un mostro che avanzava in silenzio. Io e Mimì…”
“La scena me la sono immaginata tante volte. Lui che apre la porta, la trova a fumare una canna e inizia a picchiarla selvaggiamente. L’ha ammazzata di botte. Quando l’ho vista nella bara era piena di lividi”, le gravi affermazioni di Loredana Berté, che nella sua autobiografia non ha usato parole tenere nei confronti del padre Giuseppe Bertè, descrivendolo come un vero e proprio mostro.
Tra i passaggi più agghiaccianti il seguente: “Era il mostro che avanzava in silenzio. Era l’uomo nero delle favole. Era il cattivo, il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno lo vedesse. Il porco che aveva un fremito. Il bastardo che sentiva un lampo di piacere. Noi e lui. Soli finalmente. Avevo cinque anni, ero terrorizzata. In canottiera, il padre si metteva comodo e si toccava, nella nostra stanza. Io e Mimì eravamo sveglie, ma facevamo finta di dormire”.