Giuseppe Fiorello è il protagonista di “Io non mi arrendo“, la storia di Roberto Mancini: uomo unico che si batté contro le mafie. La miniserie di Rai1 è interamente dedicata a Roberto Mancini, il poliziotto che è stato il primo a portare alla luce la triste realtà dello sversamento illegale di rifiuti tossici nella regione Campania. Una storia drammatica ed attuale diretta da Enzo Monteleone e interpretata magistralmente dall’attore che riveste i panni del poliziotto. Parlando proprio della vicenda, il fratello di Fiorello disse: “quando per la prima volta mi hanno raccontato la storia di Roberto Mancini, d’istinto ho provato rabbia e commozione nello stesso momento. Due sentimenti opposti che all’interno di questa avventura umana si alimentano a vicenda”.



L’attore ha poi precisato: “rabbia, perché la storia di Mancini è piena di ingiustizie, di imperizie, di silenzi, di valutazioni volutamente sbagliate. È impossibile non indignarsi di fronte alla mancanza di dedizione e vocazione alla giustizia da parte di certi organi dello Stato che avrebbero dovuto sostenere Roberto sin da subito nel suo lavoro, collaborando a una indagine che avrebbe potuto – fin da allora – smascherare un piano scellerato, criminale e irresponsabile. Invece lo hanno lasciato solo”.



Giuseppe Fiorello: “Non volevo fare l’attore”

Giuseppe Fiorello, detto Beppe, è senza alcun dubbio uno degli attori più richiesti nel nostro Paese. Una carriera ricca di successi che presto lo vedranno lanciarsi anche nel ruolo di regista dietro la macchina da presa. Eppure il fratello di Fiorello non sognava affatto di diventare un attore. A confessarlo è stato proprio lui dalle pagine de Il Corriere della Sera: “non avevo il sogno di fare l’attore. Con il tempo ho capito chiaramente che mi piaceva l’idea di raccontare storie, dovevo capire in che forma, ma quella era la mia vocazione”. Fondamentale nella sua vita è stato un incontro che ha sparigliato tutte le carte: “in un bar di Riccione incontrai Niccolò Ammaniti, era un giovane scrittore poco noto. Mi disse di andare a Roma a fare un provino per un film di Marco Risi tratto da un suo racconto. Arrivato a Roma ci sono rimasto”. Da allora la vita di Beppe Fiorello è cambiata per sempre.

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