A I Fatti Vostri la vicenda di Giuseppe Gelsomino, il 21enne marinaio trovato senza vita su una nave militare partita da Brindisi. Paolo, il padre della vittima, era presente in studio: “Siamo stati avvisati tramite WhatsApp, cosa incredibile, inviato alla mattina alle 10:00, e poi nel corso della telefonata sono arrivate altre telefonate”. Su eventuali problemi con i militari: “C’era un po’ di nonnismo ma niente di grave, ma lui ci disse che c’era una pistola a portata di tutti e lì ci siamo preoccupati, gli dissi di stare lontano. Questa pistola era nella sala mensa, dove l’hanno trovato morto, e chiunque, come ci ha detto, avrebbe potuto prendere questa pistola”.



Quando hanno appreso della morte del figlio: “Al primo messaggio mia moglie non ci credeva, poi è arrivata la chiamata dei carabinieri di Brindisi avvisandoci della morte. Io e mia moglie ci siamo disperati subito dopo aver appreso la notizia, per fortuna ha preso tutto in mano mia figlia, noi non abbiamo mai creduto al suicidio”. In studio anche l’avvocato della famiglia di Giuseppe Gelsomino: “Al termine delle indagini c’erano incongruenze sul suicidio, ad esempio non è stato analizzato il telefono. L’arma che è stata trovata accanto al corpo non aveva impronte, potrebbe aver avuto dei guanti Giuseppe, ma non risulta”.



GIUSEPPE GELSOMINO, MARINAIO MORTO SU NAVE: “ACCOLTA LA NOSTRA RICHIESTA”

“A sparare – ha proseguito il legale – è stata sicuramente una pistola, ma non poteva essere a disposizione di tutti. Sulla nave vi sono due pistole ben custodite in un armadietto chiuso a chiave conservate in una cassaforte. Lui non poteva avere la disponibilità di questa chiave, non aveva nemmeno il porto d’armi”.

Su eventuali testimoni: “Una nave a fianco ha sentito un forte boato di notte, mentre i soccorsi sono giunti solo la mattina”. E ancora: “E’ stata accolta la nostra richiesta per non archiviare le indagini come suicidio”. Il padre di Giuseppe Gelsomino ha ripreso la parola: “Non si sarebbe mai potuto suicidare mio figlio, con la ragazza stava progettando di andarsene, di fare la propria vita, era pieno di progetti, era solari. Fra di noi c’era un rapporto aperto”.