L’esitazione non ha pesato nella prima fase della vaccinazione, il problema ora è la mancanza di dosi: questo il giudizio di Giuseppe Ippolito. Il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma è intervenuto ai microfoni di Repubblica per fare il punto sulla campagna vaccinale ed ha analizzato le possibili problematiche legate alla diffidenza sul vaccino anti-Covid: «Ci sono 5 tipi di persone: chi pensa di non essere a rischio di ammalarsi; chi non capisce o non vuole capire l’importanza della vaccinazione come atto civico; chi ha dubbi sulla sua efficacia; chi ha paura degli effetti collaterali; chi pensa che sia stato sviluppato troppo alla svelta».

Giuseppe Ippolito ha poi ricordato che in Africa si coinvolgono i leader religiosi per “guidare” la campagna vaccinale, mentre negli Usa il pastore nel sermone invita a vaccinarsi. E da qui l’idea di coinvolgere grande personalità che hanno un grande successo del web: «Si potrebbero coinvolgere anche gli influencer sui social media».

Giuseppe Ippolito: “Vietare ristoranti e aerei a chi non si fa il vaccino”

Giuseppe Ippolito ha poi parlato dell’ipotesi di una patente di immunità ed ha evidenziato che molte attività dovranno essere precluse a non è vaccinato: dal ristorante al cinema, passando per lo stadio e l’aereo. «Le misure potranno essere adottate quando il vaccino sarà disponibile per tutti, altrimenti sarebbero un fattore discriminante», ha rimarcato l’infettivologo dello Spallanzani.

Serviranno tanti vaccini e diversi, ha aggiunto Giuseppe Ippolito, ricordando che non è detto che basterà vaccinarsi una volta: «Uno degli scenari più verosimili è che il virus diventi endemico e tutti noi con vaccini e infezioni naturali acquisiremo livelli crescenti di immunità sino a limitare le forme gravi. La malattia diventerebbe una sorta di influenza».