A Storie Italiane si torna a parlare della vicenda di Giuseppe Morgante, il ragazzo che era stato sfregiato con l’acido da Sara Del Mastro, poi condannata a 7 anni e 10 mesi di carcere. “Non avrei mai pensato ad un gesto del genere – esordisce in collegamento Morgante ricordando l’aggressione – è giusto che tutte le testate dei giornali mettano la mia ex, ma non è la mia ex, è solo una conoscenza di un paio di mesi, e questo ci tengo a precisarlo subito. Una donna – aggiunge – capace di intendere e di volere”. In collegamento anche l’avvocato: “E’ stata condannata ma non è stata inserita la premeditazione, che c’era, ci doveva essere. La perizia psichiatrica l’abbiamo scongiurata perchè avrebbe ridotto la pena di molto. Adesso iniziamo una nuova battaglia in appello, e inoltre c’è da valutare il risarcimento, visto che Giuseppe al momento non lavora. Questa donna è risultata impossedente, si è spogliata di tutti i soldi prima del delitto. Purtroppo in Italia non esiste un fondo di garanzia per le vittime dei reati, che invece esiste in tutta Europa”.



GIUSEPPE MORGANTE, IL LEGALE: “NOI FAREMO UNA BATTAGLIA”

“Noi faremo questa battaglia – ha proseguito il legale – per fare in modo di introdurre una legge che sarebbe giustissima”. Biavardi, direttore di Giallo, ha aggiunto: “Sette anni non vuole dire che la condannata farà sette anni effettivi, ma vuol dire che fra un anno e mezzo uscirà di galera. Ogni anno di prigione scattano tre mesi di “riduzione”, poi ci sono le attenuanti, i servizi sociali, l’affidamento, i domiciliari, quindi sono 7 anni teorici. Poi questo ragazzo non può lavorare e mi immagino quanti soldi abbia speso per questi interventi”. Interviene a quel punto Giuseppe: “Io ho fatto fino ad oggi 10 operazioni, purtroppo c’è stato il covid quindi siamo in stand-by, ma ne devo fare altre. Per l’estetica sono operazioni molto costose. Ora mi segue il Niguarda poi dopo non so. E’ un anno che non lavoro, sono in aspettativa: spese del genere come fai ad affrontarle? Poi ho perso mezzo occhio, è bruciato, e non so se lo recupero. Mi auguro che lo Stato faccia qualcosa per noi vittime di questi reati”. Giuseppe ha subito anche degli insulti via social: “Sinceramente io non ci sto dietro, sono persone ignoranti, falsi profili, possono scrivere quello che vogliono, fanno solo brutta figura”. Quindi l’appello finale: “Mi sento abbandonato dallo Stato, non trovo giustizia in tutto quello che sta succedendo, poi per il resto io vado avanti, piano-piano facciamo tutto il possibile”.

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