Giuseppe Pedersoli a “La Vita in Diretta” per parlare del padre Carlo, meglio noto come Bud Spencer. Di recente sono state dedicate una statua e una via all’attore, il “gigante buono” del cinema italiano. «Le mie sorelle sono andate a Livorno, io in provincia di Parma. Ho trovato una comunità in festa che celebrava i personaggi», ha dichiarato lo sceneggiatore e produttore cinematografico. Nonostante i riconoscimenti che arrivano, non è ancora abituato al successo del padre, morto circa due anni fa. «Non è facile abituarsi, soprattutto quando vedi delle persone che si sono tatuate sulla schiena delle scene o tremano mentre ti stringono la mano e ti chiedono un autografo…». Giuseppe Pedersoli ha raccontato anche quanto accaduto cinque anni fa, quando una città tedesca intitolò un tunnel a Bud Spencer tramite un referendum online. «Ci fu un grande imbarazzo per le autorità locali. Fu organizzata anche una manifestazione, ma lui con un colpo diplomatico disse che avendo partecipato ad una gara di nuoto anni prima voleva che gli fosse intitolata una piscina».
GIUSEPPE PEDERSOLI RICORDA BUD SPENCER A LA VITA IN DIRETTA
Ma i retroscena su Bud Spencer non finiscono qui. Il figlio Giuseppe Pedersoli ne ha raccontati altri a “La Vita in Diretta” oggi. «Una ragazza brasiliana mandava foto e video di lei incinta, in costume da bagno davanti al televisore. Diceva che suo figlio doveva nascere felice», ha raccontato il figlio dell’attore. E questo perché i bimbi non hanno paura delle scazzottate, ma anzi si divertono. «Io ho lavorato con lui per molti anni, aveva un comportamento perfetto. È stato un padre moderno, non è stato severo, anche con le mie sorelle. Nei primi anni non lo abbiamo visto molto, era spesso all’estero, quindi quando arrivava era una festa». Ma il figlio di Bud Spencer ha rivelato anche la ragione del successo di suo padre negli anni ’60 in Ungheria, Germania, Cecoslovacchia: «Sotto le dittature venivano trasmessi i loro film perché non offendevano nessuna morale, quindi erano accettati a prescindere e quindi dava felicità a chi viveva sotto regimi oppressivi». Infine, sul rapporto del padre col mondo cinematografico: «Gli offrirono ruoli importanti, ma lui non si sentiva attore».