Continua a tenere banco il caso di Giuseppe Pedrazzini, l’agricoltore 77enne trovato morto in fondo a un pozzo a Toano (Reggio Emilia) e per il cui decesso sono stati arrestati in prima battuta la moglie Marta, la figlia Silvia e il genero Riccardo Guida, poi scarcerati a stretto giro di posta. Rimangono tuttavia indagati per soppressione di cadavere e truffa ai danni dello Stato, in quanto hanno continuato a percepire regolarmente la pensione dello scomparso.
Le telecamere di “Quarto Grado” hanno intercettato la figlia Silvia e il genero Riccardo, con la prima che ha affermato: “Sto pregando come sempre, perché la Fede porta alla verità e la verità verrà a galla. Noi siamo fiduciosi… Sicuramente siamo distrutti, dall’oggi al domani ci siamo ritrovati in un carcere. Stiamo cercando di ricostruire piano piano ciò che ci è stato distrutto. Noi siamo innocenti e quindi si può immaginare il nostro stato d’animo”. Dopo avere ascoltato in silenzio le parole della sua dolce metà, Guida ha annuito e commentato: “Non ho nient’altro da aggiungere”.
GIUSEPPE PEDRAZZINI, L’AVVOCATO DEI FAMILIARI: “LORO ARRESTO È STATO PARADOSSALE”
A proposito del marito Giuseppe Pedrazzini, anche la signora Marta ha rilasciato alcune frammentarie dichiarazioni a “Quarto Grado”: “Ho già detto tutto quello che dovevo dire. Non abbiamo denunciato la scomparsa perché sapevo che Beppe doveva ritornare a casa. Pensavo che fosse dagli amici… Quali? Non lo so, non mi ricordo, come posso saperlo? In famiglia ci volevamo tutti bene. Mio genero un attaccabrighe? Quelle sono tutte str*nzate che la gente dice!”.
L’avvocato della moglie, della figlia e del genero di Giuseppe Pedrazzini, il legale Ernesto D’Andrea, ha fatto il punto della situazione: “I miei tre assistiti sono stati arrestati per diversi reati, fra cui omicidio aggravato, sequestro di persona, truffa ai danni dello Stato e soppressione e distruzione di cadavere. Gli inquirenti suppongono che ci sia stato un approfittarsi della morte per continuare a prendere la pensione… È paradossale: li si incrimina di omicidio prima ancora di sapere l’esito di un’autopsia, che potrebbe evidenziare una causa di morte diversa, ad esempio naturale. Non sono stati riconosciuti gli indizi, in particolare sul sequestro e sull’omicidio. Quale potrebbe essere il movente di un ipotetico omicidio? Economico sicuramente no: la moglie del povero defunto era intestataria di terreni, era pensionata. Quello che dicono i parenti non ci interessa, vedremo poi quello che diranno gli atti“.