Mattino5 torna ad occuparsi del caso di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato senza vita in un pozzo di Toano. Il programma di Canale 5 ha intervistato per l’occasione un grande amico della vittima, Luciano: “Era una persona brava e generosa, aiutava tutti. Nel paese vi erano voci che non andassero d’accordo lui e il genero Riccardo. Risultano litigi sul terreno, sui macchinari e su tante cose. Lui non voleva vendere il trattore, il macchinario per tagliare la legna, era la sua vita quella”.



E ancora: “Mi aveva portato delle pagnotte di mais e mi diceva sempre di metterle giù, io non l’avevo mai fatto ma dopo quello che è successo ho deciso di proseguire il suo desiderio. Lui buttato nel pozzo? Una cosa terribile ed è evidente che l’han fatto per soldi. Comunque anche la moglie ha responsabilità gravi”. Un’amica di Giuseppe Pedrazzini, Elena Paola, aggiunge: “Marta non ha detto tutto perchè se era malato e agonizzante avrebbe dovuto chiamare qualcuno, per me c’è qualcosa di strano, non è una morte naturale, forse indotta o magari non l’hanno curato”. E ancora: “Ci sono tanti motivi per far morire una persona. sequestrato l’hanno tenuto perchè nessuno si poteva avvicinare, l’ho visto l’ultima volta in gennaio”.



GIUSEPPE PEDRAZZINI: “SO CHE ERA CADUTO MA NON SI CURAVA”

Quindi la donna ha proseguito: “So che Giuseppe Pedrazzini era caduto e si era rotto delle costole ma so che non si era fatto curare. Ma lui non ha mai detto nulla di quello che succedeva in casa, ma sapevano tutti che figlia e genero non lavoravano e usavano la pensione. Conveniva tenerlo in vita? Si certo ma quando hanno iniziato a voler vendere le sue cose a Beppe non andava bene. Lui viveva per il suo orto, faceva la legna. E poi sentendo i vicini Beppe non andava d’accordo con il genero, lui prevaricava anche fisicamente, il genero voleva comandare”.



Marco Oliva aggiunge: “Ci potrebbe essere anche l’omissione di soccorso”, mentre Anna Vagli specifica: “Era saponificato e questo rende più difficile l’autopsia. Il corpo tenuto in acqua per così tanto tempo poi diventa più complicato indagare sulla causa della morte”. Sulla vicenda si è espressa anche l’avvocata di Marta, moglie di Giuseppe Pedrazzini: “La lontananza dei parenti degli ultimi l’hanno portata ad una maturazione interiore e quindi a fare questa confessione”, riferendosi alle recenti testimonianze della donna in questura “Viene da dire che fosse un po’ soggiogata e succube visto il comportamento assunto”.