Si torna a parlare del caso di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato morto in un pozzo a Toano, a Mattino5, in diretta su Canale 5. Ieri una svolta nelle indagini visto che la moglie Marta è stata interrogata per sette ore, spiegando che il marito fosse morto l’8 marzo, deceduto fra le sue braccia. In seguito sarebbe stato avvolto in un telo e poi occultato in un pozzo profondo fra i 4 i 5 metri, quindi coperto da una lastra molto pesante: “Il corpo si trovava dentro tenuto da questo masso pesante – le parole di Olga Mascolo, inviata di Mattino5 – e secondo la moglie a gettare il corpo lì dentro sarebbero stati la figlia Silvia e il genero. Quello che emerge è che Giuseppe Pedrazzini non ci è finito dentro da solo e Marta ci ha dato indicazioni precise a riguardo. Il pozzo è grande e certamente è stato trasportato in automobile, si trova a circa 30 metri dalla casa e in ogni caso ci vogliono delle forze in quanto il terreno è un po’ dissestato”. Federica Panicucci ha aggiunto: “Quindi Beppe sarebbe morto per morte naturale quindi il suo cadavere nascosto per percepire la pensione”.



La vittima sarebbe stata segregata da gennaio a marzo, come ha raccontato sempre la signora Marta: “Quindi effettivamente ci sarebbe anche il sequestro – le parole ancora di Olga Mascolo – quello che ci dirà molto è l’autopsia per capire cosa è accaduto veramente”. L’avvocata Bernardini De Pace, in collegamento, aggiunge: “Dopo aver visto la freddezza di questa donna e questo genero comincio a pensare qualcosa… è impensabile la falsità di queste persone. Nelle famiglia per motivi passionali ed economici succede di tutto”. Mattino5 ha intervistato nuovamente la figlia e il genero di Giuseppe Pedrazzini: “Lui si faceva in quattro per gli altri – raccontano – se ne approfittavano di lui, ma nonostante tutto continuava. Che pensione aveva? Lui prendeva una pensione normalissima di invalidità, non era grande. Pur di aiutare le richieste delle altre persone attingeva anche da altri fonti, soldi che stavano a casa e questo era un motivo di riflessione. Molte volte non si riuscivano nemmeno a pagare le bollette pur di accontentare le richieste di altri. L’ultima volta che l’abbiamo visto? Fa parte delle indagini, sono cose delicate”. La criminologa Anna Vagli aggiunge delle considerazioni molto interessanti: “Raccontano un sacco di bugie, il finto pianto, le mani davanti agli occhi, è una tattica di chi non piange veramente. Io credo che la signora Marta ha ancora molto da raccontare e correggerà la sua versione. Credo che il movente sia economico e non ha a che fare con la pensione. La figlia ha messo in vendita un terreno poco dopo la scomparsa, e penso che non si sia trattato solo di occultamente di cadavere, perchè se fosse veramente morto i beni gli spettavano, quindi che motivi avevano?”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GIUSEPPE PEDRAZZINI, MOGLIE MARTA: “BEPPE MORTO L’8 MARZO, POI BUTTATO NEL POZZO”

Il caso Giuseppe Pedrazzini è stato approfondito nel corso della puntata di mercoledì 1 giugno 2022 di “Storie Italiane”, trasmissione condotta da Eleonora Daniele. Ricordiamo che soltanto 24 ore fa la moglie della vittima, la signora Marta, si è recata in Procura, rivolgendo – pare – dichiarazioni accusatorie nei confronti della figlia Silvia e del genero Riccardo Guida. L’unico punto ancora non chiaro, come ha riferito l’inviato del programma (Maurizio Licordari), è il modo in cui il 77enne – trovato privo di vita in fondo al pozzo della propria abitazione – sarebbe morto.



GIUSEPPE PEDRAZZINI, PARLA LA MOGLIE MARTA: “BUTTATO NEL POZZO”

Secondo le indiscrezioni trapelate in queste ore (non confermate, né smentite dal legale difensore della signora Marta, ndr), la donna avrebbe detto agli inquirenti che Beppe era stato letteralmente segregato in casa a partire da gennaio, sino al suo decesso, che sarebbe datato 8 marzo. Dopodiché, la figlia e il genero avrebbero trasportato il corpo esanime di Giuseppe Pedrazzini con un telo verso il pozzo, facendolo successivamente cadere al suo interno. Non si hanno attualmente ulteriori dettagli circa quanto riferito dalla signora Marta agli inquirenti, che nel contempo proseguono la loro attività di indagine, con l’obiettivo di scoprire se si sia trattato o meno di morte naturale.